“La Luna dei Borboni”, da una poesia di Bodini il nuovo spettacolo di Fredy Franzutti
20 Novembre 2021La Stagione di Danza del Balletto del Sud di Fredy Franzutti prosegue riportando la musica dal vivo a teatro. E quasi come traino creativo per il territorio, lo fa con composizioni originali, scritte ad hoc per “La Luna dei Borboni”, ultima opera firmata dal coreografo e regista salentino.
Ispirato all’omonima poesia di Vittorio Bodini, “La luna dei Borboni” inscena le atmosfere evocative dell’area mediterranea raccontata dal poeta, rese attraverso l’uso di un linguaggio personale proteso verso il teatro contemporaneo da parte di Franzutti, che per creare la nuova narrativa coreografica utilizza come elementi ispirativi e asse della ricerca le pertinenze territoriali con il Sud, inteso come appartenenza alla Magna Grecia, il rapporto con i popoli del mare, l’utilizzo della matrice popolare e l’argomento del testo poetico stesso.
Dopo il debutto della scorsa estate e una tournée che ha fatto tappa in alcuni dei maggiori festival di danza internazionali, l’omaggio ad una delle figure più incisive della cultura salentina, torna in scena nel Salento, sabato 20 novembre alle ore 21.00 e domenica 21 novembre ore 18.00 sul palco del Teatro Apollo di Lecce per la Stagione di Danza autunnale del Balletto del Sud. Sul palco i primi ballerini Nuria Salado Fustè e Matias Iaconianni, i solisti e il corpo di ballo della storica compagnia di danza pugliese, composta da professionisti provenienti da tutto il mondo. Le musiche scritte per le coreografie di Franzutti da Rocco Nigro (fisarmonica) e Giuseppe Spedicato (basso tuba) saranno eseguite dal vivo dagli stessi autori, accompagnati da Giorgio Distante (tromba), con cui formano il trio Brancaleone Project. Dodici ballerini e tre musicisti uniti in un unico movimento dalla poesia di Bodini.
Il Sud, un’originale “invenzione”
Il Sud è per Bodini – e per lo spettacolo – un’originale “invenzione”, che parte da una precisa realtà storica e geografica, con tutti i problemi di natura sociale ed economica, e si elabora in una reinvenzione fantastica.
Il luogo è fatto di atmosfera, di costumi, di abitudini di vita di una concreta realtà e anche se non mancano gli elementi reali, si parte per poi trasfigurarli in progetto futurista. La situazione è sognante e rilassata come il ricordo di una festa di un santo nella piazzetta del quartiere, dove eravamo ancora tutti assieme, tutti vivi.
Il Meridione è sospeso ed immutabile e anche “l’Unita d’Italia” – intesa come fenomeno della contemporaneità o paradigma degli eventi del contemporaneo – non modifica e non condiziona lo stato delle cose che continuano nella condizione di rarefatta esistenza, di incontro collettivo inconsapevole, di oblio delle problematiche contingenti.
La fisarmonica è il suono costante che accompagna le feste. Non è semplice come il tamburello, ha l’evoluzione dello strumento complesso ed è sospesa tra il mondo rurale e quello della società periferica.
“La luna dei Borboni”, poichè nulla è modificabile nella sostanza delle cose e nella trasposizione fantastica, muta il luogo della sofferenza in una parentesi di rilassatezza, trovando la forza delle proprie origini illustri e la fierezza della appartenenza alla Magna Grecia.
La perdita totale della connotazione geografica proietta le immagini evocate in una condizione globale della situazione umana (“Il Sud ci fu padre / e nostra madre l’Europa”. Bodini). Non mancano le partenze, le migrazioni, che accomunano gli abitanti del luogo agli uccelli, migrazioni cicliche con ritorni o con permanenze.
Lo spettacolo, che gode del patrocinio e dell’autorizzazione al titolo del Centro Studi Bodini, si realizza grazie al contributo del MIC – Ministero della Cultura e della Regione Puglia, Dipartimento Turismo, economia della cultura e valorizzazione del territorio e al sostegno del Comune di Lecce.