Un murales per la campagna #Iolochiedo di Amnesty International
25 Novembre 2021Ieri è stato inaugurato il murales realizzato da Amnesty International, in collaborazione con il Comune di Lecce, l’Università del Salento e l’Ites A. Olivetti di Lecce, per la campagna nazionale #IoLoChiedo, volta a promuovere l’introduzione del principio del consenso nel codice penale, in relazione alla definizione dello stupro.
A Lecce il murales è stato realizzato dallo street artist CHEKOS con tecnica stencil e spray e rappresenta tre celebri donne, Marielle Franco, Franca Viola e Rosa Parks, capaci di mettere in gioco la propria vita per un ideale. La realizzazione dell’opera in uno spazio pubblico della città, vicino ad un luogo di formazione e in un quartiere densamente vissuto dai giovani, è il compimento di un percorso laboratoriale di formazione che ha coinvolto giovani studenti dell’Ites A. Olivetti di Lecce, alcuni dei quali hanno partecipato alla creazione dell’opera.
“Ringrazio Amnesty per aver donato alla città quest’opera che è portatrice di un duplice messaggio: omaggia figure importanti, che con la loro determinazione hanno scritto pagine importanti nella lotta per la dignità delle donne e degli uomini – dichiara l’assessora al Welfare Silvia Miglietta – e rilancia la campagna di Amnesty per giungere ad una più chiara e stringente normativa che definisca il reato di stupro. Con la campagna ‘io lo chiedo’ si punta a sottolineare che la violenza sessuale ha tanti volti e che va combattuta con una ecologia delle relazioni che preveda il consenso esplicito di entrambi i partner sulla possibilità di fare sesso: ancora una volta, occorre riaffermare il ruolo attivo della donna nelle scelte che la coinvolgono. Non un oggetto di piacere, ma un soggetto attivo che si autodetermina e che deve avere sempre la possibilità di dire no. Siamo felici che la realizzazione dell’opera sia stata affidata a 167b street, il cui lavoro artistico, portatore di messaggi di valenza sociale e culturale, è capace di parlare alla cittadinanza diffusa”.
“Abbiamo deciso di donare questa opera artistica alla città di lecce per ricordare il lavoro costante dei difensori e delle difensore dei diritti umani nel mondo, che ogni giorno si battono per un mondo più giusto anche a costo della loro libertà o della loro vita – dichiara Michela Trinchese responsabile Amnesty per Lecce – Marielle Franco, Franca Viola e Rosa Parks riuscivano a restituire questa idea di battaglie diverse e lontane, ma allo stesso tempo unite nel mettere in gioco la propria vita, per un ideale e per gli altri. Infine, abbiamo deciso di richiamare la nostra campagna #IoLoChiedo per richiedere ancora l’introduzione del principio del consenso all’interno della normativa italiana sullo stupro. Ci teniamo infine a ringraziare Chekos per la disponibilità e l’impegno”.
“Siamo liete e lieti di questa iniziativa, che si inserisce nell’apprezzabile impegno di Amnesty International contro femminicidi e violenza di genere. Un impegno non estemporaneo, ma di lungo corso, che come in questo caso utilizza anche l’espressione artistica come strumento di sensibilizzazione sui diritti umani. Il murale è molto bello, anche perché non si rifà alla narrazione vittimistica delle donne, ma propone un’immagine positiva e vincente .– dichiara la professoressa Anna Maria Cherubini, delegata del Rettore alle Pari Opportunità – A proposito di utilizzo dell’arte per veicolare messaggi importanti come questo, viene in mente il supporto di Amnesty e il premio al film “Bordertown” di Gregory Nava sui femminicidi al confine tra Messico e Usa, realtà durissima che ha ispirato l’intervento di arte pubblica “Zapatos Rojos” di Elina Chauvet. Se le scarpe rosse sono un simbolo diffuso contro la violenza di genere si deve proprio a Chauvet, la cui opera come Università del Salento contribuimmo a portare a Lecce nel 2013. L’Ateneo è dunque fortemente impegnato su questi temi – ricordo che, da pochi giorni, si è conclusa negli spazi di questo complesso, Studium 2000, la mostra “Com’eri vestita?” – e crede nell’uso dell’arte come linguaggio efficace per sensibilizzare e informare”.
“Nella nostra scuola abbiamo avviato un percorso insieme ad Amnesty, con laboratori dedicati all’educazione al rispetto, del quale la realizzazione di quest’opera è la bella conclusione – dichiara Patrizia Colella, dirigente scolastica dell’Ites A. Olivetti di Lecce – Inserire nell’offerta formativa laboratori che permettano ai ragazzi di sviluppare sensibilità verso i diritti umani e di coniugarli con l’educazione emotiva rientra nella mission delle scuole. Noi dobbiamo cercare di far fare ai nostri ragazzi esperienze che permettano loro di elaborare in maniera corretta le relazioni tra loro, tra i generi in questo caso, anche andando a compensare carenze sociali. Perché il tema dell’eliminazione della violenza sulle donne non può essere sbandierato una giornata all’anno ma deve rientrare appieno nei percorsi educativi delle ragazze e dei ragazzi, ed è un compito che la scuola deve assumere”.