“Condannare i personalismi e le fughe in avanti”. Riflessioni di Sandra Antonica sul futuro della comunità
23 Gennaio 2022“Se si vuole immaginare di rappresentare la città occorre non eccedere in fughe in avanti e condannare ogni tipo di personalismo”. A parlare è Sandra Antonica, esponente autorevole del Partito Democratico ed ex primo cittadino di Galatina, che ha voluto fare qualche riflessione sul presente e sul futuro della comunità.
“E’ un momento particolare per i galatinesi alle prese con problemi importanti come quello della pandemia e l’impossibilità di avere condizioni di normalità anche nei rapporti sociali, soprattutto per i più piccoli – dichiara Sandra Antonica – è il momento di costruire una comunità in un campo largo politico-istituzionale che possa garantire stabilità e maggiori certezze. Per i prossimi anni occorre dare alla città serenità e per questo scegliere ciò che è meglio al di là di ogni pregiudizio e ragionamento in ordine a divisioni o appartenenze. Quindi, scegliere chi ha una visione di città, competenza e chi può moltiplicare le relazioni istituzionali e comporre gli interessi privati in una dimensione pubblica”.
Al concetto di comunità, Sandra Antonica affianca quello di ‘emancipazione’.
“Da troppo tempo Galatina viene considerata feudo elettorale – aggiunge l’esponente del PD galatinese – nell’attuale classe politica manca il piglio dell’orgoglio, quella consapevolezza che ora tutto è delegato a imprenditori soli, commercianti soli, famiglie che affrontano anche le diverse abilità sole e, allo stesso tempo, isolate a causa dalla pandemia”.
E’ il PNRR l’occasione d’oro per Galatina, ma secondo Antonica “bisogna guardare i tempi in cui si utilizzano le risorse e non perdere tempo. Invece, ora è il tempo in cui capire se si è degni di mettere in campo una ‘rivoluzione’. La politica è rappresentanza e per questo stiamo approntando una coalizione per le prossime elezioni amministrative che possa affrontare le sfide di questo tempo, ribadendo che chi oggi fa fughe in avanti non sta costruendo ma solo demolendo”.
Daniele G. Masciullo