Il robot chirurgico “da Vinci” arriva all’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce

Il robot chirurgico “da Vinci” arriva all’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce

28 Gennaio 2022 0 Di Redazione

È stato consegnato all’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce il robot chirurgico “da Vinci Xi”, l’ultima evoluzione della chirurgia mininvasiva, successiva alla laparoscopia, che consente di eseguire interventi chirurgici complessi con una tecnica sicura e poco invasiva.

Il robot viene manovrato a distanza dal chirurgo che, seduto da una console, “traduce” i suoi movimenti sul piano operatorio. Il sistema computerizzato trasforma il movimento delle mani in impulsi che vengono convogliati alle braccia robotiche: urologia, ginecologia e chirurgia generale le principali branche di applicazione del robot, riconosciuto come la migliore apparecchiatura per la chirurgica robotica assistita.

“Il sistema robotico da Vinci porta il nostro Ospedale ai massimi livelli consentiti dalla tecnologia per l’assistenza chirurgica e per la ricerca di nuovi approcci terapeutici in settori di grande importanza che sono la chirurgia generale, l’urologia e la ginecologia – dichiara il Direttore generale della ASL Lecce Rodolfo Rollo – questi strumenti, che già sono in mani esperte grazie ai nostri Direttori di Unità operativa, costituiranno un validissimo strumento per la formazione di tanti giovani medici che in questo periodo abbiamo reclutato nelle singole specialità. Ed è questo il motivo per cui abbiamo voluto due console chirurgiche in maniera da poter rendere concretamente fruibile lo strumento da parte degli studenti, sotto il controllo diretto del personale esperto. È un passo che abbiamo voluto fare avvalendoci dell’ausilio dell’Università del Salento e in particolare del Dipartimento di Ingegneria e Robotica proprio perché il da Vinci sarà un ulteriore strumento per la didattica ai futuri medici e ai futuri specialisti. Per tutti ringrazio il Rettore”.

Il Robot da Vinci è stato installato nel blocco operatorio del Dea Vito Fazzi e sarà utilizzato, dopo le necessarie procedure di training applicativo, dalle Unità operative complesse di Chirurgia, Ginecologia e Urologia.

“Questo macchinario rappresenta un grande passo per l’azienda, a beneficio di tutta la comunità salentina – afferma il Direttore della Uoc Urologia del Vito Fazzi Vincenzo Pagliaruolo – ormai a Lecce possiamo garantire un percorso di cura all’avanguardia. Infatti, assieme ad altri importanti investimenti, l’acquisizione della piattaforma robotica da Vinci di ultima generazione pone la dotazione tecnologica dell’Urologia del Vito Fazzi sullo stesso piano dei migliori centri a livello nazionale ed internazionale. Nella nostra disciplina i vantaggi sono evidenti sopratutto nella chirurgia per il tumore della prostata, del rene e della vescica; però è bene ricordare che l’uso del da Vinci deve avvenire sempre nel rispetto delle indicazioni e della sostenibilità economica”.

“Sono lieto, in qualità di Direttore di Dipartimento di Chirurgia ASL Lecce, di poter accogliere il percorso di Chirurgia Robotica presso il Polo Ospedaliero Vito Fazzi di Lecce.

L’arrivo del sistema robotico da Vinci Xi, fortemente voluto dal nostro Direttore generale dr. Rodolfo Rollo, garantisce l’implementazione e il completamento dell’assetto tecnologico e biomedico del polo ospedaliero Vito Fazzi-DEA, in linea con i migliori standard chirurgici mondiali, a testimonianza del fatto che il percorso di sviluppo dell’ASL Lecce è in continua evoluzione – dichiara Marcello Spampinato, Direttore Dipartimento Chirurgia generale e specialistica – il sofisticato sistema robotico permette un approccio mini-invasivo per una vasta e articolata gamma di procedure chirurgiche complesse, offrendo al chirurgo che lo governa una visione di campo magnificata in 3D, la possibilità di utilizzo di ferri chirurgici con un’ampiezza di movimento a 360°, simulando i movimenti del polso umano (la cosiddetta “wristed technology”) per una manipolazione fine dei tessuti. Tutto questo si traduce in vantaggi per il paziente – riduzione dei tempi di ospedalizzazione, riduzione dei tempi di recupero della normale attività, migliori outcomes funzionali ed oncologici – e vantaggi per l’operatore come una minore fatica operatoria, miglior visione chirurgica, maggior facilità di apprendimento con riduzione netta della learning-curve. Ci sono anche vantaggi istituzionali come la riduzione della mobilità passiva anche extraregionale. Il Robot da Vinci sarà pertanto di indiscutibile beneficio per ottimizzare gli interventi di chirurgia addominale oncologica maggiore, già eseguiti quotidianamente al Fazzi, tra cui i complessi interventi di chirurgia di fegato e pancreas, esofago-gastrica e colo-rettale ed urologica. Ciò permetterà ai nostri pazienti di ottenere le migliori cure possibili senza doversi spostare del loro territorio”.

“Negli ultimi 30 anni la chirurgia ginecologica ha subito una rapida evoluzione verso la riduzione dell’invasività chirurgica e la suggestione della chirurgia mini-invasiva è diventata presto, da primordiale approccio sperimentale, a gold standard per gestire la stragrande maggioranza delle problematiche chirurgiche – afferma il dott. Antonio Perrone, Direttore del Dipartimento Ostetrico Ginecologico – in questo scenario, accanto alla sempre valida laparoscopia standard, la chirurgia robotica ha trovato sempre più spazio ed è in continua evoluzione, in termini di sistemi e piattaforme di intelligenza artificiale, di materiali e setting di controllo remoto del gesto chirurgico. Proprio quest’ultimo aspetto è l’anima pulsante della chirurgia robotica, cioè quello di migliorare ciò che la mano umana può fare, replicando ogni suo gesto più velocemente, con più precisione e con minor sforzo fisico e psicologico da parte dell’operatore che anima e controlla lo strumento robotico. La chirurgia robotica rappresenta un approccio chirurgico alternativo ampiamente studiato e comunemente applicato nella gestione sia delle patologie benigne (fibromatosi, endometriosi, prolassi genitali ecc..) sia nella cura di affezioni oncologiche, su tutte la stadiazione chirurgica del carcinoma dell’endometrio, ma anche dei carcinomi della cervice e ovaio in stadio iniziale. La sua sicurezza e validità sono state ampiamente dimostrate in svariati studi scientifici. I suoi principali vantaggi sono stati riconosciuti nella possibilità di utilizzare una visione tridimensionale ad altissima definizione, nella rapidissima curva di apprendimento e nella capacità assoluta dei bracci robotici di compiere manovre chirurgiche che invece risultano complesse e a volte proibitive durante una laparoscopia standard o approccio laparotomico. La chirurgia robotica rappresenta quindi decisamente il futuro e un grande Ospedale come il nostro, destinato a diventare centro universitario, deve necessariamente appropriarsi del futuro, stando a passo con il progresso tecnico e tecnologico per offrire all’utenza locale il meglio ed evitare la migrazione verso altri centri in Italia e in Europa. L’arrivo della chirurgia robotica al Fazzi rappresenta una delle novità più belle e di buon auspicio degli ultimi dieci anni per il livello assistenziale del nostro territorio”.

Come funziona il sistema da Vinci Xi?

Il robot da Vinci Xi è, tra i sistemi da Vinci, la piattaforma più evoluta, nonché il sistema più avanzato per la chirurgia robotica mininvasiva. È costituito da tre componenti principali:

– Console chirurgica: è il centro di controllo. Tramite la console il chirurgo controlla la fibra ottica e gli strumenti per mezzo di due manipolatori e di pedali;

– Carrello paziente: è il componente operativo del sistema da Vinci e si compone di quattro braccia mobili e interscambiabili dedicate al supporto della fibra ottica e di strumenti da 5 mm a un massimo di 8 mm;

– Carrello visione: contiene l’unità centrale di elaborazione dell’immagine.

Sviluppato sul concetto della “Immersive Intuitive Interface”, è l’unico sistema robotico che traduce i movimenti del chirurgo in modo intuitivo, consentendo un controllo completo della fibra ottica e dello strumentario, evitando i complessi movimenti laparoscopici; permette una reale visione tridimensionale del campo operatorio: il chirurgo viene letteralmente “immerso”, senza ausilio di occhiali o altre apparecchiature, così da valutare al meglio i piani di dissezione anatomici e “vivere” l’intervento chirurgico quasi dall’interno del corpo del paziente.

 

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