Coldiretti Puglia: “Cambiare passo su programmazione irrigua e di bonifica”
4 Febbraio 2022La Puglia convive con un vero e proprio paradosso idrico, dilaniata da drammatici fenomeni siccitosi e al contempo colpita da alluvioni e piogge torrenziali, con l’aggravante che a causa delle reti colabrodo va perso 1 litro di acqua su 2, un lusso che non ci si può permettere in una situazione in cui con l’emergenza Covid l’acqua è centrale per garantire l’approvvigionamento alimentare delle famiglie.
E’ quanto ribadito dai quadri dirigenti di Coldiretti Puglia nel corso dell’incontro con il Commissario unico dei Consorzi di bonifica commissariati, Alfredo Borzillo, che chiedono una stretta alla Regione Puglia, partendo dalla definizione urgente del piano generale di bonifica e dei piani di classifica, per cambiare passo e programmare una strategia complessiva sulla bonifica e l’irrigazione in Puglia.
La mancanza di una organica politica di bonifica comporta, tra l’altro, che lo stesso costo dell’acqua in Puglia sia caratterizzato da profonde ingiustizie e abbia raggiunto livelli stellari. Per esempio irrigare un ettaro di uva da tavola a Palagianello, Ginosa o Castellaneta – di competenza del consorzio di Bonifica Stornara e Tara – costa circa 450 euro con l’erogazione ogni 8 giorni per 8 ore, mentre rispetto ai pozzi gestiti da Arif per esempio a Conversano il costo è pari a 1.800 euro per irrigare 1 volta alla settimana per 8 ore per circa 14 settimane da giugno a metà settembre.
“Una enormità che incide direttamente sulle voci di spesa delle imprese agricole pugliesi e, quindi, ne influenza pesantemente – denuncia Coldiretti Puglia – il grado di competitività rispetto a quelle europee, competitività che l’agricoltura pugliese riesce molto spesso a sostenere, grazie all’elevata professionalità e qualità raggiunte. Inoltre, non è mai stato rinegoziato il costo dell’acqua con la Regione Basilicata”.
“La terra frana a causa della mancanza di un’adeguata politica di prevenzione e di governo del territorio. Fenomeni meteorologici sempre più intensi, con danni ingenti rende ormai improcrastinabile e vitale una programmazione urgente e complessiva delle politiche territoriali. L’agricoltura della Puglia, per affermarsi in termini competitivi nella crescita dell’ambiente e delle produzioni di qualità che la contraddistinguono non può più prescindere dalla garanzia di un territorio non soggetto ad allagamenti, frane, smottamenti e dissesti, nonché dalla disponibilità di acqua nel momento in cui le coltivazioni ne hanno bisogno, nella quantità e qualità necessaria e ad un costo adeguato, ciò al fine anche, ed a volte soprattutto, di garantire quel paesaggio unico che costituisce il vero driver dell’economia e dell’occupazione regionale” – ha insistito il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
L’andamento climatico impazzito, poi, si abbatte su un territorio fragile, dove 232 comuni su 258 (78%) sono a rischio idrogeologico con diversa pericolosità idraulica e/o geomorfologica. Sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni (dati ISPRA).
“Di contro i drammatici effetti dell’incuria e dei profondi cambiamenti climatici che si sono manifestati sul territorio regionale, caratterizzati dal succedersi di eventi estremi non sempre prevedibili, hanno reso non più rinviabile il rilancio dell’attività di Bonifica integrale. Siamo ancora in attesa degli annunciati piani industriali finalizzati al recupero di efficienza preordinata ad una più puntuale ed effettiva manutenzione del territorio e all’esercizio di un imprescindibile attività di servizio ad una agricoltura più moderna e più competitiva” – ha denunciato Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia.
I Consorzi pugliesi provvedono a garantire lo scolo di una superficie di oltre un milione di ettari (1.014.545); gestiscono circa 500 chilometri di argini; 265 briglie e sbarramenti per laminazione delle piene; 23 impianti idrovori; oltre 1.000 chilometri di canali (1.126); 9.360 ettari di forestazione. Nel settore irriguo i Consorzi pugliesi gestiscono una superficie servita da opere di irrigazione di oltre 210mila ettari; 102 invasi e vasche di compenso; 24 impianti di sollevamento delle acque a uso irriguo; 560 chilometri di canali irrigui; circa 10.000 chilometri di condotte tubate.