Al via il piano anti Xylella. I risultati della rilevazione in provincia di Lecce

Al via il piano anti Xylella. I risultati della rilevazione in provincia di Lecce

30 Marzo 2022 0 Di Redazione

Al via il piano anti Xylella per arrestare la diffusione della malattia, quando in provincia di Lecce sono state rilevate le ‘sputacchine’ già allo stadio giovanile di IV^ età che a breve saranno in fase adulta, quando è vitale dare attuazione alla pratiche di contrasto e prevenzione obbligatorie.

A darne notizia è Coldiretti Puglia, alla luce delle rilevazioni di InfoXylella a Casarano, secondo cui dal monitoraggio dei potenziali vettori contaminati è emerso che negli anni scorsi nella stessa località l’osservazione del primo adulto è stata effettuata rispettivamente l’11 aprile nel 2017, il 17 aprile nel 2018, il 22 marzo nel 2020, il 6 aprile 2021 e il 21 aprile 2022, con i cambiamenti climatici, la tropicalizzazione e il global warming che incidono sugli stadi di vita della sputacchina.

“I tempi della burocrazia non sono allineati con quelli della prevenzione da attuarsi nei campi, perché il Piano anti Xylella è stato pubblicato con un ritardo che non consente agli agricoltori di programmare e adempiere rispettando le prescrizioni”, afferma Savino Muraglia, presidente Coldiretti Puglia.

“I tempi sono risacati – aggiunge Coldiretti Puglia – considerato che nelle zone fino a 200 metri di altitudine le lavorazioni superficiali dovranno essere svolte entro il 10 aprile, nelle zone tra da 200 a 500 metri di altitudine dal 1° aprile al 30 aprile e nelle zone oltre 500 metri di altitudine dal 15 aprile al 15 maggio. Nella lotta all’insetto vettore la ‘sputacchina’ per arrestare l’avanzata della Xylella fastidiosa è previsto un contributo per i costi sostenuti dagli agricoltori per le pratiche di prevenzione, perché svolgono un servizio pubblico di tutela del patrimonio olivicolo pugliese e italiano. Agli agricoltori viene imposto un obbligo che è a tutti gli effetti un servizio pubblico di tutela e protezione del resto del territorio italiano ed europeo da un pericolosissimo agente da quarantena”.

La Puglia è la prima regione produttiva italiana e soprattutto gli oliveti specializzati della così detta Conca barese e, ancor di più, del nord barese rappresentano oltre il 50% di olio extravergine italiano, i 10 chilometri di linea di intervento, 5 per la zona cuscinetto e 5 per l’area del contenimento, rappresentano uno sbarramento di salvaguardia non solo per l’olivicoltura regionale, ma per tutta l’olivicoltura italiana ed europea.

“Va attivato un pressing stringente su tutti gli enti pubblici, perché le pratiche fitosanitarie obbligatorie – incalza Coldiretti Puglia – devono essere eseguite da tutti i proprietari/conduttori di terreni agricoli e dai proprietari/gestori (privati o pubblici, compresi i comuni) delle superfici agricole non coltivate, aree a verde pubblico, bordi delle strade, canali, superfici demaniali. Serve l’impegno di tutti gli enti pubblici e degli hobbisti che hanno anche la possibilità di avvalersi della Legge di Orientamento per affidare le lavorazioni nelle aree pubbliche e demaniali alle imprese agricole che hanno mezzi e conoscenze del territorio tali da agire tempestivamente e efficacemente sul territorio. La sputacchina percorre in una stagione fino a 400 metri autonomamente con i propri arti posteriori – afferma Coldiretti Puglia – mentre è ancora da accertare la distanza percorsa dagli insetti, spesso anche di svariati chilometri, che restano attaccati ad auto e camion, a dimostrazione di quanto il rischio che l’infezione continui a ‘camminare’ ad una velocità impressionante sia tangibile e grave. La sputacchina nasce sana e si infetta acquisendo il batterio della Xylella fastidiosa esclusivamente nutrendosi da pianta infetta, rimane infetta per tutta la sua vita sino alla morte”.

Lo studio è basato su 7 esperimenti realizzati nel corso di due anni, di cui 3 in prato in Piemonte e 4 in oliveto in Puglia, consistiti nella cattura di migliaia di sputacchine, seguita dalla loro marcatura con una proteina, l’albumina (indispensabile per la loro successiva identificazione), il rilascio e successive prove di ricattura a distanze predeterminate dai punti di rilascio. La distanza media percorsa in un giorno dal punto di rilascio è risultata di 26 metri nell’oliveto e di 35 metri su prato, mentre nei due mesi di maggiore abbondanza della popolazione il 50% delle sputacchine rimane entro 200 metri dal punto iniziale, ma la percentuale sale al 98% entro i 400 metri.

“La diffusione della Xylella Fastidiosa potrebbe costare miliardi di euro nei prossimi 50 anni in Europa, mentre in Italia, se l’espansione della zona infetta non venisse arrestata, l’impatto economico potrà crescere fino a 5,2 miliardi di euro – insiste Coldiretti Puglia – sulla base dello studio della prestigiosa rivista americana PNAS (Atti della Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti d’America) sulla valutazione dell’impatto di Xylella fastidiosa pauca sull’olivicoltura in Italia, Grecia e Spagna, studio realizzato nell’ambito del Progetto H2020 POnTE da un team multinazionale di ricercatori guidato da economisti dell’Università di Wageningen (Olanda). La ricerca ha un ruolo determinante perché fino al 2013  in Europa non c’era traccia di Xylella ed era conosciuta (da 130 anni) solo nelle Americhe e Taiwan”.

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