Galatina Altra: “Osare, con coraggio. Attenzione e rispetto per la storia. Abbiamo idee e strumenti per farlo”
10 Aprile 2022Siamo partiti dal nostro amato “Ponte Picaleo” e lo spettacolo che si è presentato davanti ai nostri occhi era in bianco e nero. Ci hanno incoraggiato ad intravedere uno scenario diverso ma gli unici colori che siamo riusciti a scorgere, pur allungando lo sguardo o invertendo il punto di osservazione, sono il giallo, il rosso e l’azzurro dei padiglioni dell’ex Quartiere fieristico, che un tempo ospitavano migliaia di persone rappresentando un punto di riferimento per tutto il Salento.
Purtroppo però adesso è tutto sbiadito. Come quei ricordi, che restano belli perché il passato che li ha consegnati alla nostra storia è stato tale. E non bisogna rincorrerlo a tutti i costi cercando di farlo rivivere solamente perché a suo modo è stato unico, importante. Bisogna avere il coraggio di cambiare, adattarsi ai tempi, con criterio e attenzione verso le esigenze che il nostro presente ci detta.
Allora percorriamo idealmente i corridoi di quei padiglioni, inoltriamoci su per le scale e saliamo in alto, sul “belvedere”, osserviamo a 360° il panorama e… niente, ancora una volta di bello non si vede niente.
Solamente un enorme calderone di criticità indigesto e rovente che ha bisogno di una nuova ricetta per essere “servito” a tutti.
Ci troviamo quindi su uno dei tre padiglioni di questo grande Quartiere fieristico (ex). E’ fatiscente, abbandonato, come anche i due fratelli, evidentemente con poche possibilità di recupero e di logico riutilizzo. Abbiamo assistito con entusiasmo a continui dibattiti ricchi di idee riguardo alla sistemazione definitiva e proclami solenni ma senza risultato. Come mai? Sfortuna? Impedimenti politici? O mancanza di volontà e incapacità? Cosa ha portato a questa situazione?
Accanto c’è una palazzina destinata al Centro per l’Impiego. Ottima idea! Ci sono anche centinaia di parcheggi inutilizzati per accogliere altrettanti disoccupati che si metteranno in fila per chiedere un posto di lavoro… anche se forse l’obiettivo dovrebbe essere quello di crearlo facendo in modo che l’ufficio di assistenza resti deserto.
Ampliamo l’orizzonte visivo e, per l’appunto, ecco l’area parcheggi “leggermente” sovradimensionata e per tale motivo adottata dai cittadini come “palestra scoperta” per prendersi cura del proprio corpo, inconsapevoli del fatto che quel corpo, senza adeguati supporti lo roviniamo comunque.
C’è poi uno spazio riservato al mercato settimanale e uno all’isola ecologica che, in un unico fazzoletto di terra, ci convivono benissimo insieme a tutto il resto.
A due passi, una vasca di raccolta delle acque meteoriche (ben visibile anche dalla strada) che andrebbe inserita in maniera adeguata nell’ambiente circostante magari schermandola con una barriera verde e soprattutto segnalata in maniera opportuna. La stessa, in analogia con parti di aree poste a nord e a sud della stessa, compresa parte dell’area occupata dall’impianto di sollevamento dei liquami, sono interessate dalla presenza di aree a pericolosità idraulica così come riportate nella cartografia del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) della Regione Puglia.
A completamento dello spettacolo intravediamo anche mura messapiche e una chiesetta antica, la chiesetta di Santa Maria della Grotta (Gruttedrha), entrambe nascoste da vegetazione spontanea, e quella di San Giovanni a ridosso del nostro, ormai amatissimo, Ponte Picaleo, privo peraltro di un civile passaggio pedonale, accanto ad un vecchio e rugginoso scheletro dell’ex mercato boario.
Il tutto è raccordato da una strada stretta e dissestata che crea notevole disagio durante la giornata dedicata al mercato settimanale, oltre ad essere regolarmente sporca e pericolosa per via della mancata manutenzione ordinaria e straordinaria.
Insomma, c’è tutto quanto possa servire per rendere il panorama davvero suggestivo. D’altronde così deve essere. Siamo all’ingresso della città. E’ il nostro biglietto da visita.
Da più parti vengono suggerite “innovazione, accessibilità, inclusività, sostenibilità e cultura”. Ed è proprio in quest’ottica che bisogna agire. Osare, con coraggio, attenzione e rispetto per la storia. Abbiamo le idee e gli strumenti per farlo, le risorse culturali ed economiche per realizzare tutto (grazie anche ai fondi del PNNR, che non fa beneficenza ma si pone come strumento da utilizzare con criterio), dipingere nuovi scenari e rendere ciò che abbiamo fruibile a tutti.
Basta crederci. Basta volerlo.