UniSalento: il cambiamento climatico ed il pericolo incendi in uno studio su “Scientific Reports”
10 Luglio 2022Tra il 2000 e il 2020 è stato registrato un aumento senza precedenti del pericolo di incendi in tutta l’Europa e particolarmente intenso nella regione mediterranea: in assenza di efficienti strategie di mitigazione del cambiamento climatico in atto, la frequenza delle condizioni estremamente favorevoli all’innesco di incendi aumenterà significativamente in futuro, determinando un aumento dei rischi che i servizi di prevenzione e spegnimento non sembrano in grado di contrastare.
È il risultato dello studio “Global warming is shifting the relationships between fire weather and realized fire-induced CO2 emissions in Europe”, condotto da un consorzio di istituzioni europee coordinato dal professor Jofre Carnicer dell’Università di Barcellona e pubblicato sulla rivista “Scientific Reports” di Nature. Del gruppo di ricerca interdisciplinare, che ha coinvolto climatologi, ecologi forestali ed esperti sugli incendi boschivi, ha fatto parte anche il professor Piero Lionello, docente di Oceanografia e fisica dell’atmosfera del Dipartimento di Scienze e tecnologie biologiche e ambientali dell’Università del Salento.
Spiega il docente: “Lo studio ha rilevato che l’aumento delle ondate di calore e delle siccità ha determinato un significativo aumento delle condizioni ambientali favorevoli all’innesco di incendi boschivi in estate e primavera, con livelli di pericolo senza precedenti. Osservazioni satellitari mostrano che, nelle condizioni climatiche estreme delle ultime due decadi, l’aumento delle emissioni di CO2 per incendi boschivi è correlato alle condizioni ambientali. Questo interrompe una tendenza storica protrattasi per un periodo di oltre 50 anni (1950-2000), in cui i servizi di sorveglianza e antincendio avevano ottenuto una riduzione o stabilizzazione dell’area bruciata e delle emissioni di CO2 in molte parti del Mediterraneo. In futuro, in relazione al riscaldamento globale, le condizioni di grande pericolo di incendi diventeranno ancora più frequenti. I maggiori aumenti del pericolo di incendio riguarderanno i boschi dell’Europa meridionale e delle regioni montuose attorno al Mediterraneo, colpendo un meccanismo importante per la regolamentazione del clima. Infatti, le foreste dell’UE assorbono circa il 10% delle emissioni totali di gas serra ogni anno (catturando 360 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, approssimativamente equivalenti a quelle emesse dall’Italia) e la loro riduzione a cause degli incendi non solo contribuirebbe alle emissioni di CO2 ma anche comprometterebbe la mitigazione del riscaldamento globale. Lo studio indica che il miglioramento dei servizi antincendio e di monitoraggio dei boschi perde molta della propria efficacia in assenza di una riduzione delle emissioni di gas serra che limiti il riscaldamento globale entro 1.5°C”.
Hanno contribuito allo studio: Centro di Ricerca in Ecologia e Applicazioni Forestali (CREAF) – Università di Barcellona, Dipartimento di Scienze e Tecnologie biologiche e Ambientali – Università del Salento, Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a breve termine (ECMWF), Istituto per la Ricerca Ambientale e lo Sviluppo Sostenibile dell’Osservatorio Nazionale di Atene, Agenzia Spaziale Europea e Università di Patrasso.