Il culto di Sant’Oronzo a Lecce: tra storia, tradizioni e credenze popolari

Il culto di Sant’Oronzo a Lecce: tra storia, tradizioni e credenze popolari

25 Agosto 2022 0 Di Redazione

In occasione dei Festeggiamenti dei Santi Patroni Oronzo, Giusto e Fortunato, dal cortile interno del Castello Carlo V di Lecce partirà “Il culto di Sant’Oronzo: tra storia tradizioni e credenze popolari”, speciale tour organizzato e promosso da Attraverso il Castello in collaborazione con Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce. Dalle origini alla sua conversione fino alla sua nomina a Vescovo e poi a protettore di Lecce, Sant’Oronzo è da lungo tempo una delle figure più amate del Salento. Il tour è stato pensato per far conoscere e valorizzare la figura a cui Lecce è devota attraverso un percorso che guiderà i partecipanti tra vie e monumenti del centro storico alla scoperta di storie, tradizioni, riti e credenze popolari legati al santo. Da dove veniva Oronzo? In che modo sono legati a lui le figure di Giusto e Fortunato? Chi era il patrono di Lecce prima che lui lo diventasse? Perché i leccesi gli sono così devoti? Piazza Sant’Oronzo, Santa Croce, Sant’Irene e Piazza Duomo offriranno spunti non solo per un racconto storico tradizionale, ma anche per un racconto più moderno e contemporaneo di episodi, accadimenti e ricordi legati anche ad altri personaggi della città che hanno preso parte ai festeggiamenti e vissuto, sotto aspetti diversi, la tradizione legata al santo. Durante la festa di Sant’Oronzo ad esempio, un Tito Schipa bambino aveva dato prova precoce del suo talento musicale seguendo la banda che suonava in piazza; Sigismondo Castromediano morì proprio il giorno della Festa di Sant’Oronzo mentre a Lecce le campane suonavano a festa per il patrono. Nel costo del biglietto è incluso anche l’ingresso alle chiese.

“Attraverso il Castello” è un progetto che nasce dalla collaborazione tra la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce e le associazioni 34° Fuso APS e The Monuments People APS con l’obiettivo di rendere il Castello Carlo V di Lecce, il più grande di tutta la Puglia, luogo di condivisione e incontro, punto di riferimento per l’intera comunità. Attraverso una serie di tour guidati, il visitatore viene condotto nei luoghi più suggestivi dell’antico maniero, in sale restaurate e attrezzate con sistemi multimediali ad hoc, alla scoperta dei contenuti storico-artistici del nostro patrimonio. Si potranno così visitare le prigioni, la Cappella di Santa Barbara, il Museo della Cartapesta, il Camminamento di Ronda. I tour di visita guidata di Attraverso il Castello, della durata di circa un’ora, sono disponibili tutti i giorni, dal lunedì al giovedì (10:30, 11:30, 12:30 e 16, 17 in inglese, 18) e dal venerdì alla domenica (10:30, 11:30, 12:30 e 16, 17 in inglese, 18, 19 e 20). Ogni giorno alle 11:30 e alle 18:30 dal Castello partirà anche il tour basato sulla mappa “Cosa Vedere a Lecce”, realizzata in italiano e in inglese, che attraverso dieci illustrazioni segnala le principali attrazioni del capoluogo salentino, consigliate da Attraverso il Castello e create in collaborazione con Cosa Vedere srl, con il sostegno di Marullo Costruzioni e Agenzia per il Patrimonio Culturale Euromediterraneo. Le illustrazioni della mappa sono anche diventate cartoline, stampe e segnalibri disponibili nel corner allestito nella Libreria Liberrima. Gadget da portare a casa come ricordo dell’esperienza del viaggio e della visita della città, unici e in linea con le nuove tendenze del graphic design contemporaneo, che forniscono una nuova immagine delle attrazioni turistico-culturali della città caratterizzando oggetti funzionali e accattivanti.

Costruito in età medievale a ridosso delle mura dell’abitato, il Castello subì numerose ristrutturazioni nel corso dei secoli successivi con interventi in età federiciana, angioina e aragonese. L’edificio, che ospitò Maria d’Enghien e Giovanni Antonio Orsini del Balzo, era circondato sui quattro lati da un profondo fossato. L’aspetto attuale è dovuto agli interventi voluti da Carlo V nella prima metà del Cinquecento e condotti dall’architetto Gian Giacomo d’Acaya.

 

 

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