I risultati di uno studio della UIL nazionale sui costi delle locazioni nella città di Lecce
12 Ottobre 2022Il costo medio del canone di affitto per un appartamento di 100 mq in Italia ammonta a 538 euro al mese e a Lecce-città si spende in media 470 euro, importo che risulta essere il più basso tra i capoluoghi di provincia pugliesi. A calcolarlo è uno studio sulle locazioni a cura della UIL – Servizio Lavoro, Coesione e Territorio, secondo cui la spesa complessiva annua per la locazione nel capoluogo salentino tocca mediamente i 5.640 euro, andando a incidere per il 17,4% sul budget familiare; a Taranto incide per il 20,1% (543 euro mensili); a Brindisi per il 20,9% (565 euro); a Bari per il 25,4% (685 euro); a Foggia per il 18,3% (493 euro mensili).
A livello nazionale, la spesa complessiva annua per la locazione tocca i 6.450 euro e incide per il 19,9% sul budget familiare.
Lo studio UIL rileva che nel nostro Paese il 20,5% delle famiglie (5,2 milioni) vive in affitto. Sono quelle di più “recente costituzione” che hanno una casa in affitto (il 47,8% del totale), ed il 39,9% delle giovani coppie senza figli.
L’incidenza del costo del canone è definita in base al rapporto Bankitalia sui bilanci dei nuclei familiari mentre il suo valore è calcolato elaborando i valori medi delle locazioni dell’Agenzia delle Entrate in riferimento a un appartamento da 100 metri quadrati, accatastato come abitazione civile (A/2) ed economica (A/3), ubicato in zona semi-centrale delle città capoluogo di provincia.
I canoni di locazione variano da città a città e per ubicazione geografica: si parte dai 1.415 euro mensili di Roma ai 218 euro di Caltanissetta. Nella Capitale il canone di affitto incide per il 52,4% sul budget familiare; a Milano per il 50,3% (1.358 euro mensili); a Bologna per il 34,3% (925 euro mensili); a Firenze per il 33,7% (910 euro mensili); a Como per il 31% (838 euro mensili).
Maglia nera alla Toscana: sul podio delle prime 10 città con i canoni di locazione più alti spiccano ben 4 capoluoghi ubicati in questa regione (Firenze, Pisa, Prato e Carrara).
Le case affittate senza ricorrere alla cedolare secca sono anche esposte alla rivalutazione del costo della vita. Secondo l’ultimo indice FOI (prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati), pubblicato dall’Istat, l’aumento consolidato ad agosto è dell’8,1%: pertanto, su un affitto medio di 538 euro mensili si prospetta un aumento di 32,70 euro mensili (392 euro annui).
“Con un quadro del genere – commenta Mauro Fioretti, coordinatore provinciale UIL Lecce – è chiaro che si pone il tema dei costi dell’abitare e non solo per gli aumenti delle bollette, ma anche in riferimento al caro-affitti. È urgente adeguare i salari e le pensioni al costo reale della vita. Per questo la UIL chiede al nuovo Governo di rimettere al centro del dibattito politico il tema della casa, che durante la campagna elettorale è stato dimenticato, e di affrontare con rapidità l’emergenza-sfratti. Al contempo chiediamo di introdurre risorse sufficienti per un piano di medio e lungo periodo in grado di incrementare in modo consistente gli alloggi di edilizia residenziale pubblica e di aumentare sensibilmente le risorse del fondo per il sostegno agli affitti e per la morosità incolpevole”.