La minoranza: il suo immobilismo ed i suoi no a prescindere
20 Novembre 2022Tutti dicono e sanno che il ruolo di Consigliere comunale di minoranza (spesso impropriamente definito di opposizione) è importante quanto quello di maggioranza.
Chi è stato messo a sedere sugli scranni della minoranza dai cittadini galatinesi ha il compito di vigilare sull’operato di chi amministra, ma soprattutto ritengo, debba impegnarsi a dare suggerimenti nell’esclusivo interesse dell’intera collettività.
Si assiste, invece, da parte di taluni Consiglieri di minoranza, ad un atteggiamento di dannosa passività, o al contrario, di una ingiustificata, villana ed inconcludente “aggressività” che finisce solo con il produrre una contrapposizione integralista che diventa subito scontro.
E’ certamente vero che la maggioranza ha il dovere di ascoltare e favorire la partecipazione all’attività amministrativa da parte di chi è stato eletto dai cittadini, ma è altrettanto vero che chi non amministra deve creare le condizioni necessarie di dialogo e di ascolto.
A mio avviso il motivo principale per cui queste semplici regole del buon senso non stanno trovando spazio risiede nel fatto che una parte della minoranza non riesce a metabolizzare la propria condizione di attore non protagonista innestando uno scontro a tutto campo che non giova a nessuno. Infatti nell’assise galatinese si assiste ad un perenne “avvelenamento” delle regole del buon senso, indugiando in un ossessivo “protagonismo polemico” con l’intento di dileggiare l’avversario.
Alcuni consiglieri di minoranza sembrano ancora “appesi” ad invidie personali vivendo la loro condizione minoritaria come una sorta di maltolto perenne e nell’dea di aver subito la più offensiva lesa maestà. Queste gelosie politiche determinano un atteggiamento di critica chiuso, aprioristico e velenoso che con il passare del tempo sta diventando stucchevole ed autoreferenziale.
Questo atteggiamento risulta ancora più evidente quando viene assunto da quei consiglieri di minoranza che vantano anni di militanza e di esperienza sugli scranni consiliari ancorché di brevi esperienze di governo della città, che gli avrebbe conferito, a loro modo di vedere, poteri taumaturgici.
In questi decani della politica alberga l’illusione che gli elettori galatinesi li avrebbero puniti perché quest’ultimi non avrebbero compreso la bontà della loro proposta amministrativa, o peggio ancora per effetto di una punizione divina. Il combinato disposto di queste valutazioni fa si che la loro azione si riduca al tentativo di screditare l’azione della maggioranza con il solo scopo di evidenziarne ipotetici errori senza proporre soluzioni, alternative o modelli nell’interesse della collettività. Ciò appare nella sua plastica evidenza nelle sedute consiliari nelle quali costoro si producono in mastodontici eloqui con l’intento di dimostrare che nessuno è alla loro altezza.
A costoro io dico: dovete lasciare spazio, non siete più funzionali ad un discorso di crescita e di partecipazione democratica.
A costoro io dico: smettetela di specchiarvi nella vostra presunzione, a volte un passo indietro da parte di chi non ha più nulla da dare alla città può essere molto più proficuo che anni di velenose chiacchere inconcludenti.
Elena Esposito