Pagliaro: “Trivelle, l’incapacità del Governo mette a rischio i nostri mari”
29 Dicembre 2020Ha quanto meno dell’incredibile la vicenda delle trivelle al largo dei nostri mari che, a conti fatti, rischiano di poter riaccendere i motori a partire dal prossimo febbraio. La moratoria prevista dal D.L. 135/2018 – che sospendeva le operazioni di ricerca di idrocarburi nei mari del Mediterraneo – non è stata rinnovata nell’ultimo decreto Milleproroghe approvato dal Consiglio dei Ministri il 23 dicembre.
La vecchia disciplina (varata esattamente due anni fa) aveva fatto tutti sperare che, nel termine dei 18 mesi previsti dalla legge, ci sarebbe stato un piano serio e deciso che avrebbe portato alla fine di quest’incubo per i mari italiani e pugliesi, soprattutto. Invece, l’incapacità di questo Governo ha solo posticipato l’agonia. La proroga, inizialmente inserita nella prima bozza del Milleproroghe, è scomparsa nottetempo, ufficialmente per motivi di incompatibilità della materia. E di questo qualcuno, molto presto, dovrà darne conto.
Adesso il rischio, anzi la certezza, è che tra circa un mese prenderanno forma ben 54 permessi di ricerca nello Jonio e nell’Adriatico. Molte localizzate anche in Salento, con una tra le più imponenti al largo di Santa Maria di Leuca.
Tutto questo è inaccettabile. Il Governo PD e 5 Stelle, nelle persone dei ministri dell’Ambiente Sergio Costa e dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, hanno preso in giro gli italiani, non riuscendo in 18 mesi a mettere a punto un piano che loro stessi avevano promosso. Una vera indecenza.
Mesi e mesi di prese in giro, rese ancora più gravi se si pensa che nel 2016 il referendum indetto sulla durata delle trivellazioni in mare, sebbene non legalmente valido per non aver raggiunto il quorum necessario, aveva comunque bocciato le trivelle con l’86% dei consensi (ben il 95% in Puglia). Si tratta di oltre 13 milioni di voti letteralmente calpestati.
Assordante, in tutto questo, anche il silenzio del presidente della Regione Michele Emiliano, che in campagna elettorale e in tutti questi mesi non ha fatto alcun accenno alla questione. Ecco perché ho presentato una mozione in Consiglio regionale, per suonare la sveglia al governo Emiliano affinché batta i pugni sui tavoli romani in difesa del nostro patrimonio costiero. La battaglia, naturalmente, non finisce qui.