“A Galatina, landa fuori del tempo, si celebra la bellezza, o l’arte della bellezza”

“A Galatina, landa fuori del tempo, si celebra la bellezza, o l’arte della bellezza”

13 Agosto 2023 0 Di Redazione

Egr. Direttore, mentre in tutto il Salento, in questo agosto surriscaldato, si sta facendo “la battaglia del grano”, ma che dico della “grana!“, con grandi ripercussioni sulla stampa locale e nazionale (cosa si fa per vendere una copia in più!), a Galatina, landa fuori del tempo, si celebra invece la bellezza, o l’arte della bellezza.

La maggior parte di noi, presi dalla frenesia estiva e dal Negroamaro che ti fa perdere i sensi e la ragione e adesso ti fa pure volare, non s’è gustato quel dolce attimo di giovedì 10 agosto 2023, quando è avvenuto il connubio, unico nei secoli, tra la bellezza della descrizione pittorica di Dio nella sua onnipotenza e la meraviglia dei passi di danza che nella sua essenza esaltano Dio.

Parlo dei meravigliosi attori Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko, primi ballerini del Teatro alla Scala di Milano, che hanno voluto unirsi in matrimonio nella nostra basilica quattrocentesca di Santa Caterina d’Alessandria, spinti sull’altare dal Dio della danza Roberto Bolle, loro amico e padrino di nozze.

Fin dai tempi antichi, la danza nelle religioni rappresenta una forma di preghiera per mezzo di un’unione tra mente, corpo e spirito. La ripetizione di passi, gestualità e movimenti genera uno stato di consapevolezza corporea e spirituale che diventa una vera e propria preghiera: la danza permette un movimento nello spazio in armonia con il creato.

La gestualità corporea nella preghiera era diffusa anche nel cristianesimo delle origini, ma la gestualità, o meglio la danza, è presente anche nelle Sacre Scritture dell’Antico Testamento, dove troviamo un termine, “hag”, che indica la danza in cerchio attorno al luogo sacro.

Già alcuni anni fa il grande e sempre amato critico d’arte Philippe Daverio si espresse “come Santa Caterina anello di congiunzione tra l’arte d’Oriente e quella d’Occidente con le sue influenze greco bizantine e giudaiche”. Quindi la nostra la basilica come luogo magico.

Godiamoci allora da galatinesi questa squisitezza e Dio mi perdoni se nella sua casa “dau puru na mozzacata“ a un pasticciotto caldo caldo.

Cordiali saluti.

Gianfranco Conese

 

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