“Teatri a Sud”, il teatro in lingua salentina. Un progetto di Astràgali Teatro
22 Agosto 2023Da oggi e sino a giovedì 24 agosto, nella Distilleria De Giorgi di San Cesario di Lecce, con una tre giorni interamente dedicata al teatro in lingua salentina, prosegue il progetto “Teatri a Sud”, ideato e promosso da Astràgali Teatro con il sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Puglia, in collaborazione con l’Università del Salento e le amministrazioni comunali di Lecce, Cavallino e San Cesario di Lecce.
Si parte oggi alle 19 con l’incontro Il teatro de la lingua noscia – Dialoghi sul teatro in lingua salentina con Luigi Pascali (autore teatrale, poeta), Raffaele Polo (scrittore e giornalista), Fabio Tolledi (attore, autore, regista, direttore artistico di Astràgali Teatro). Uno dei più interessanti e imponenti monumenti dell’archeologia industriale pugliese e meridionale si conferma luogo in cui la comunità può riconoscersi, investendo i propri saperi e le proprie conoscenze per la costruzione di nuove forme di aggregazione e inclusione sociale. I lavori teatrali in lingua salentina, in particolare, da sempre vedono una grande partecipazione della comunità locale. Oggi la necessità di reperire nuovi copioni e testi, conduce a una riflessione sulle modalità di scrittura e su innovativi percorsi di narrazione alla costante ricerca di un punto di incontro tra il lavoro sulla tradizione e sulla costruzione di una identità culturale e una convenzione espressiva che riesca in modo efficace a parlare in maniera diffusa e condivisa a molte persone.
Mercoledì 23 alle 21 la compagnia Piccolo Teatro della Neve di Strudà metterà in scena “Culacchi trapule e palloni” e “Trastule te curte”, due atti unici di William Fiorentino. Nel primo spettacolo il regista Renato Antonucci sarà sul palco con Adriana Antonucci, Antonella Mazzeo, Maria Rosaria Greco. A volte lo sport, in questo caso il calcio, ci riserva delle ben strane sorprese, per cui se non si aprono bene gli occhi e le orecchie ci si può trovare, senza volerlo, senza una sedia dove sedersi e piangere le proprie sfortune. La storia di Trastule te curte per la regia di Adriana Antonucci si sviluppa in una vecchia corte del centro storico di Lecce, vicino a casa di Crocefisso, calzolaio che oltre a ritenersi un artista nel riparare le scarpe si ritiene un “acculturato” in quanto nella corte in cui abita e professa il suo mestiere è uno dei pochi a saper leggere e scrivere, ed è proprio per questa ragione che Santo con la moglie Sàsa e il figlio Pascalino si recano da lui per farsi leggere una lettera che gli ha inviato Pippi, altro loro figlio che vive al nord e fa il pompiere, fidanzato ufficialmente con Rosetta, figlia di Crocifissso e Addolorata. Il contenuto della lettera da adito ad equivoci e sorprese, per cui nasce un forte diverbio fra le due famiglie, tanto da indurre Santo e famiglia ad abbandonare la corte per evitare il peggio. In scena Marco Faraco, Emy De Vitis, Giada Mazzotta, Flavio Marini, Mariacristina Antonucci, Alessio Marini, Samuele Fasiello.
Giovedì 24 sempre alle 21, infine, la Compagnia Instabile a ddhu tira la ciuccia sarà sul palco con Chireca & Menzetti. La commedia di Luigi Pascali narra la vicenda di due fratelli gemelli: Anselmo ed Arcangelo. Arcangelo è il parroco di un piccolo paese della provincia di Lecce, Anselmo fa il ciabattino. I due vivono insieme nella modesta canonica, dove Anselmo svolge il suo lavoro tra non poche difficoltà di ordine pratico. Arcangelo cerca di essere accomodante, ma i piccoli screzi non mancano, soprattutto in merito alla diversa posizione sociale: Anselmo è risentito per la scarsa riconoscenza, in quanto ha mantenuto gli studi ad Arcangelo il quale, a sua volta, pretenderebbe più devozione, poiché provvede in larga parte al sostentamento della piccola famiglia e, comunque, occupa un gradino più alto nella Società. In realtà le condizioni non consentirebbero pretese a nessuno. Lo sa bene Teresina che, prima insieme alla madre, poi da sola, da sempre si è preso cura dei due, sostituendo fin da piccolissima i genitori che i due fratelli non hanno mai conosciuto, essendo nati da una brevissima relazione, durante la guerra, tra un soldato sconosciuto e la loro giovanissima madre, morta alcuni anni dopo, quando erano ancora bambini. Anselmo ed Arcangelo nutrono il desiderio di conoscere il padre, il cui unico riferimento è un paio di anfibi, che custodiscono gelosamente. La vita scorre, con i piccoli avvenimenti quotidiani, ingigantiti per esorcizzare la noia e la monotonia, finché un giorno, alla Canonica, si presenta uno strano personaggio.