Al Polo 1 di Galatina si parla di cultura della legalità
6 Marzo 2024Nell’incontro di ieri mattina, il luogotenente Osvaldo Leo, della stazione dei Carabinieri di Galatina, ha parlato ai ragazzi delle classi seconde di cultura della legalità, che dovrebbe essere alla base di una qualsiasi società civile.
Una cultura della legalità, che si fonda sul concetto di cittadinanza e che consiste nell’insieme dei diritti, dei doveri, del rispetto dell’altro, delle regole e delle leggi che ogni cittadino ha, e deve svolgere, per permettere una sana convivenza tra l’individuo e la collettività puntando sugli atteggiamenti e sulle personali disposizioni di ciascuno.
Leo ha coinvolto attivamente gli studenti affrontando anche temi delicati come l’utilizzo di sostanze stupefacenti ed anche alcuni tipi di reati dalla violenza di genere al comportamento verso compagni e docenti.
Legalità equivale insegnare ai nostri studenti, ai nostri figli, a saper pensare e a ragionare, a saper scegliere ed orientarsi in maniera consapevole, a scandalizzarsi di fronte ad un’ingiustizia e a prendere una posizione autonoma e libera da condizionamenti. In una parola, come sottolineato dallo stesso Leo, educare al rispetto.
È un lavoro culturale, civile, sociale ed etico. E l’impegno deve partire dalla scuola, come luogo di tutti e per tutti, sia lavorando nel curricolo e per vie extra-curricolari, valorizzare la sua funzione di formazione alla cittadinanza e a una cittadinanza legale e democratica e guidarla nell’organizzazione di queste attività e nelle stesse finalità che stanno oltre la trasmissione dei saperi a cui la scuola si è sempre più nettamente delegata perché le culture vanno cambiate, “a cominciare dal bambino”, sostenendolo poi nella sua crescita con una rete di iniziative affiancate dalle istituzioni.
Dando vita a un “universo di valori” che nel binomio libertà/legalità trovano il proprio volano (democrazia, dialogo, partecipazione, solidarietà, ecc.).
La scuola poi, al proprio interno deve rispettare sempre la legalità, poiché è l’esempio che meglio e di più educa, è l’habitat con i suoi valori vissuti che forma. E tale rispetto emerge da una organizzata e realizzata “vita democratica”, anche nel gruppo classe.
L’educazione dovrebbe aiutare a trovare la particolarità a valorizzare la soggettività, a potenziare le persone nella ricerca di strumenti speciali, personali, specifici e creativi per affrontare, leggere e risolvere i problemi, a costruire e progettare ipotesi operative all’interno di percorsi di formazione partendo dai nodi di debolezza, dagli elementi di fragilità. Ciò che rischia di essere un problema nei progetti comuni può provare ad essere invece la caratteristica nodale del nostro tentare di progettare insieme. La democrazia.
Il segnale forte trasmesso oggi è la forte partecipazione da parte degli studenti che hanno ascoltato le parole del Luogotenente Leo intervenendo attivamente nella conversazione.
Fiorella Mastria