In scena lo spettacolo di teatro canzone “Terroni, la vera storia dell’unità d’Italia”

In scena lo spettacolo di teatro canzone “Terroni, la vera storia dell’unità d’Italia”

18 Agosto 2024 Off Di Redazione

Oggi, il “TerreDiMezzo Festival” va in scena a Surano: è la volta di uno degli appuntamenti più preziosi del cartellone, “Terroni, La vera storia dell’unità d’Italia”, di e con Roberto D’Alessandro. La rassegna estiva multidisciplinare di teatro, musica, danza e poesia torna dunque in Piazza Ss. Martiri d’Otranto alle 21.30 accendendo i riflettori su questo intenso spettacolo di teatro canzone tratto dall’omonimo saggio e best-seller di Pino Aprile: con amara ironia racconta la verità della questione meridionale, quella sottaciuta dalla storiografia ufficiale.

“Ciao! Io sono il Nord”. “Ciao! Io sono il Sud”. L’incontro fra le due metà d’Italia è evidentemente uno scontro fra due mondi lontani, due realtà che procedono a velocità diverse e forse anche in direzioni diverse. L’elenco dei luoghi comuni sui meridionali è lungo e fa sorridere anche, perché in parte è veritiero, ma non è questo il punto. Il punto è capire il perché di questa distanza ormai oggettivamente abissale.

Una “controstoria” fatta di saccheggi, stupri, repressioni di ingiustificata violenza e lunghi anni di scientifico sfruttamento economico da parte di un Nord che fonda la propria ricchezza sulla povertà di un Sud. E l’amara, inevitabile conclusione è che la questione meridionale, chiaramente, rimane un problema insoluto da 160 anni solo perché non lo si è voluto risolvere.

Lo spettacolo parte dunque da un saggio frutto di studi e ricerche documentaristiche, ma lungi dall’essere didascalico racconta con il sorriso e la leggerezza di un’ironia che si ostina ad emergere, grandi tragedie umane e sociali. Sono le cronache ottocentesche di una guerra, quella dei Piemontesi al Regno Borbonico, che fu più di invasione che di liberazione; sono le storie di cosiddetti briganti che altro non erano se non contadini trasformati dagli eventi in soldati della resistenza; sono i terribili resoconti di soprusi e violenze subiti in silenzio, non ultima la condanna all’esodo di milioni di meridionali che purtroppo continua tutt’oggi.

Ad accompagnare malinconicamente la narrazione di questa “idea nuova che si nutre di verità”, un coro di ballate e canzoni popolari. Musiche scritte da Eugenio Bennato e Mimmo Cavallo ed eseguite da Mariano Perrella, indispensabile cassa di risonanza emotiva a cotanto materiale.

Spettacolo abilmente giocato sul filo di sentimenti contrastanti, sotto i quali la rabbia serpeggia e cresce nell’elencare l’infinita lista delle vessazioni subite, fino all’ultimo tentativo di truffa ai danni del sud, perpetrato nei nostri giorni: il federalismo fiscale e l’Europa unita. È tempo per l’Italia di affrontare il riconoscimento delle ragioni storiche, culturali e soprattutto economiche della questione meridionale, ma è soprattutto auspicabile un momento in cui l’Italia sappia fare i conti con il proprio passato per essere libera di creare un futuro altrimenti negato. E magari anche per comprendere le migrazioni odierne di altri popoli mediterranei. Ma forse è chiedere troppo.

 

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