Sabato 15 marzo, a Guagnano e Novoli, doppio appuntamento a teatro

Sabato 15 marzo, a Guagnano e Novoli, doppio appuntamento a teatro

14 Marzo 2025 Off Di Redazione

Nella Biblioteca del Negroamaro e delle Terre dell’Arneo di Guagnano con “Rodari Smart” prosegue “Ci vuole un fiore – famiglie a teatro”, rassegna che rientra nel progetto Teatri del nord Salento, promosso da Factory Compagnia Transadriatica, in collaborazione con BlaBlaBla. Alle 17:45 la compagnia I teatrini proporrà lo spettacolo di Giovanni Facciolo con Marta Vedruccio e sonorità e musica dal vivo di Dario Mennella, illustrazioni di Chiara Spinelli, video e animazioni Diego Franzese (dai 3 agli 8 anni). Il progetto è un piccolo tuffo nel mondo di Gianni Rodari, un mondo fatto di acuta leggerezza, visionarietà, dissacrazione dei luoghi comuni, tensione morale e civile, che viene qui rivisitato e restituito attraverso l’incontro tra sonorità e musica dal vivo, linguaggio visuale, parola e movimento. Ispirato da alcune storie della scrittura di Rodari, quali Le favolette di Alice, Giacomo di Cristallo, e dall’Enciclopedia della Favola, da lui stesso curata, lo spettacolo vede in scena un musicista ed una attrice/performer che interagiscono con i disegni animati nati dalla matita dell’illustratrice Chiara Spinelli. Un coinvolgente e poetico omaggio a colui che ha dedicato gran parte della sua vita e del suo immaginario ai bambini e ai loro mondi possibili. Prima dello spettacolo (ore 16:30 | ingresso gratuito con prenotazione) il laboratorio di scrittura creativa “Parole in circolo” a cura di BlaBlaBla.

Alle ore 20:45, invece, al Teatro Comunale di Novoli prosegue Per un teatro umano con “Atto di dolore” di e con Riccardo Lanzarone e musiche di Valerio Daniele, nuova produzione di Compania Solares Fondazione delle Arti e Teatro delle Briciole con il sostegno di Trac Residenze Teatrali e Factory Compagnia Transadriatica.

“Il mio crimine è stato quello di essere nato e cresciuto in una famiglia di tradizioni mafiose e di aver vissuto in una società dove tutti sono mafiosi e per questo rispettati, mentre quelli che non lo sono vengono disprezzati”: Leonardo Vitale nasce in una famiglia affiliata a cosa nostra, lo zio paterno Giovanbattista detto “Titta” è alla guida della cosca mafiosa di Baida dove Leonardo si forma come uomo di mafia trovandosi anche costretto a uccidere. Il 29 marzo 1973 dovrebbe essere una data storica per l’Italia, ma in realtà nessuno la ricorda, pochi ne hanno parlato, tranne Giovanni Falcone, 20 anni dopo. Quel giorno Vitale si presentò alla questura di Palermo e dichiarò che stava attraversando una crisi religiosa e intendeva cominciare una nuova vita; si autoaccusò di due omicidi, di un tentatoomicidio, di estorsione e di altri reati minori, e fece i nomi di Salvatore Riina, Giuseppe Calò, Vito Ciancimino ed altri mafiosi, collegandoli a precise circostanze, e rivelò per primo l’esistenza di una “Commissione”, descrivendo anche il rito di iniziazione di cosa nostra e l’organizzazione di una famiglia mafiosa. Quelle dichiarazioni lo trasformarono nel primo e ultimo “pentito di mafia” il 29 marzo 1973, L’Italia avrebbe potuto conoscere il suo primo pentito di mafia e invece quello è il giorno in cui un uomo sano, pentito delle sue azioni entra dentro la casa dello stato, consegna informazioni molto scomode e diventa pazzo. Atto di dolore vuole essere un viaggio dentro la mente di quest’uomo, dai suoi primi passi nel modo mafioso al calvario del manicomio e delle torture fino al giorno in cui riacquista la libertà e viene ucciso da cosa nostra per aver violato le leggi dell’omertà.

 

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