Emergenza Covid: in zona rossa 4mln di pugliesi e cambiano le abitudini
17 Marzo 2021Ben 4 milioni i cittadini che con la Puglia in zona rossa sono costretti al lockdown per tre settimane comprese Pasqua e Pasquetta, una stretta destinata ad influenzare pesantemente i comportamenti individuali lasciando sostanzialmente solo la possibilità di uscire per andare al lavoro, dal medico o fare la spesa. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia nell’invitare ad evitare le file ai supermercati che si stanno creando con l’annuncio della stretta di Pasqua per l’avanzare dei contagi da Covid 19.
In Puglia l’approvvigionamento alimentare è assicurato grazie al lavoro – aggiunge Coldiretti Puglia – di oltre 100mila aziende agricole e stalle, più di 5mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione che continuerà ad essere sostenuta dal servizio di consegna a domicilio e dall’asporto per evitare gli spostamenti anche alle persone più fragili come gli anziani e i dabili che avranno la spesa a Km0 direttamente a casa.
Il lockdown fino a Pasquetta incide sull’insieme delle attività economiche ed occupazionali – dice Coldiretti Puglia – con le più colpite che sono quelle del settore turistico e della ristorazione costrette alla chiusura. Con la stretta anticovid è infatti vietato il servizio al tavolo e al bancone in bar, ristoranti, pizzerie ed agriturismi con un perdita stimata in circa 300 milioni di euro nelle tre settimane che finiscono con gli appuntamenti delle feste di Pasqua e Pasquetta. Sono oltre 500mila i pugliesi che tradizionalmente consumano il pranzo fuori casa a Pasqua mentre ben uno su tre (32%) – sottolinea la Coldiretti regionale – dovrà rivedere i propri programmi nel lungo weekend di Pasquetta dedicato tradizionalmente alle gite fuori porta, alle visite a parenti e amici e alle vacanze. Duramente colpiti i 900 agriturismi pugliesi con l’arrivo della primavera che – precisa Coldiretti Puglia – è particolarmente apprezzata dagli amanti della campagna per assistere al risveglio della natura con piante, fiori e uccelli migratori, ma anche delle attività agricole con i lavori di preparazione dei terreni, la semina e la raccolta delle primizie da portare in tavola. Gli agriturismi, peraltro, spesso situati in zone isolate in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono forse – precisa Coldiretti Puglia – i luoghi più sicuri perché è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche.
Si tratta – sottolinea la Coldiretti regionale – di un duro colpo per l’agriturismo che ha già subito un crack senza precedenti, secondo l’analisi di Terranostra Puglia, con la perdita di fatturato di quasi 100 milioni di euro nel 2020 e lo scenario non è cambiato nei primi 3 mesi del 2021.
Ma in crisi – continua Coldiretti Puglia – è l’intero sistema della ristorazione con le difficoltà che si aggravano e travolgono a valanga interi settori dell’agroalimentare Made in Italy con vino e cibi invenduti per un valore di oltre 700 milioni di euro in Puglia dall’inizio della pandemia, con migliaia di agricoltori, allevatori, pescatori, viticoltori e casari che soffrono insieme ai ristoratori. Servono dunque interventi e misure di soccorso per l’intera filiera a partire dal decreto Sostegno all’esame del governo per salvare il sistema agroalimentare, con i cittadini e gli operatori economici che devono aderire con atti concreti alla campagna di mobilitazione #MangiaItaliano privilegiando negli approvvigionamenti sugli scaffali le mozzarelle con il latte pugliese al posto di quelle ottenute da cagliate straniere, salumi ottenuti con la carne degli allevamenti locali, frutta e verdura a km0 ed olio extravergine Made in Italy al 100%.