Recovery Plan: in 6 anni conto da quasi 1mld per dissesto idrico in Puglia
26 Marzo 2021In 6 anni dal 2013 al 2019 il conto del dissesto idrico in Puglia ha raggiunto quasi 1 miliardo di euro di richieste di risarcimento danni per gli eventi climatici estremi con siccità, nubifragi e piogge torrenziali che hanno indebolito un territorio fragile che va salvaguardato utilizzando i fondi del Recovery Plan per la realizzazione delle infrastrutture irrigue e di opere di manutenzione per mettere freno al rischio idrogeologico.
E’ quanto emerso dal webinar organizzato da Coldiretti Puglia, a cui hanno partecipato Donato Pentassuglia, Assessore all’Agricoltura della Regione Puglia, Filippo Gallinella, presidente Comagri della Camera dei Deputati, Giuseppe L’Abbate della Commissione Agricoltura della Camera Dei Deputati, Paolo De Castro, Europarlamentare, Vera Corbelli, Segretaria dell’Autorità di Bacino del Distretto Appennino Meridionale, Piermichele La Sala del Dipartimento di Economia dell’Università di Foggia, Nicola Lamaddalena, Direttore aggiunto del Ciheam Iam Bari, Alfredo Borzillo, commissario straordinario unico dei Consorzi Bonifica commissariati Terre d’Apulia, Ugento Li Foggi, Arneo e Stornara e Tara e Giuseppe De Filippo, presidente ANBI Puglia.
A fronte del grave rischio idrogeologico che interessa 230 comuni in Puglia, sono 968 i milioni di finanziamenti arrivati al sistema consortile nell’ultimo quinquennio che non sono stati utilizzati dai Consorzi di Bonifica commissariati per dare il via alle opere irrigue vitali allo sviluppo rurale della Puglia e alla necessaria manutenzione del territorio, con 39 miliardi di euro di fondi della PAC 2021-2027 e della Next Generation EU per le risorse idriche e la tutela del territorio, oltre ad ulteriori risorse dai fondi di sviluppo e coesione, che vanno strategicamente impiegati per ridare forma e sostanza alla bonifica integrale in Puglia.
“Vanno sfruttate al meglio tutte le risorse messe a disposizione della programmazione degli interventi idrici e di riassetto del territorio nei prossimi anni, perché è andata persa finora l’opportunità di ridisegnare la bonifica integrale in Puglia, dove sono drammatici gli effetti dell’incuria e delle mancate opere di bonifica sul territorio, tanto tangibili che siamo riusciti a documentarli. Si sono consolidate nel tempo nuove e inevitabili esigenze di manutenzioni straordinarie delle opere pubbliche di bonifica che non possono e non devono essere scaricate sull’incolpevole platea di utenti, i quali hanno, loro malgrado, già subito nell’ultimo ventennio innumerevoli danni per mancata manutenzione”, afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
La mancanza di una organica politica di bonifica e irrigazione – aggiunge Coldiretti Puglia – comporta che lo stesso costo dell’acqua sia stato e continui ad essere caratterizzato da profonde ingiustizie. Per questo vanno rivisti gli accordi fatti con la Regione Basilicata, circa il ristoro del danno ambientale e con la Regione Molise per la realizzazione di una condotta di 10 km per drenare acqua dall’invaso del Liscione fino all’invaso di Occhito.
La Regione Puglia dovrà assicurare ai cittadini sicurezza ambientale, contrasto al dissesto idrogeologico e acqua per l’agricoltura, tramite risorse economiche adeguate per poter iniziare un necessario, serio, preventivo, concreto, programma di manutenzione delle opere di bonifica idraulica – insiste Coldiretti Puglia – solo in questo modo infatti sarà possibile riprendere appieno l’attività istituzionale con l’esercizio e la manutenzione delle opere pubbliche che giustificherà l’imposizione della contribuenza consortile, imposizione attraverso l’applicazione del nuovo piano di classifica. Necessaria una stretta – insiste Coldiretti Puglia – per non perdere le risorse e avviare immediatamente nel 2021 il complesso piano per le infrastrutture irrigue in Puglia e le opere di manutenzione ordinaria e straordinaria, con la costituzione di un tavolo regionale istituito dall’assessore regionale all’Agricoltura Pentassuglia per avviare un monitoraggio capillare e costante delle azioni richieste e messe in campo, secondo una tempistica certa.
“È sempre più urgente – sostiene il Presidente di ANBI, Francesco Vincenzi – concentrarsi sul miglioramento infrastrutturale, necessario ad un nuovo modello di sviluppo, che abbia il territorio al centro. Per questo, abbiamo redatto il Piano di efficientamento della rete idraulica del Paese che, al netto dei nuovi invasi, risulta composto da 835 progetti definitivi ed esecutivi, capaci di garantire oltre 15.000 posti di lavoro. Chiediamo che venga assunto nel Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza. Siamo ancora certi di poter rispettare il cronoprogramma europeo, che prevede la conclusione delle opere entro il 2026, ma è evidente che ogni giorno che passa aumenta il rischio di inadempienza, legato al sempre presente rischio di rallentamenti proceduralI”.
E’ inoltre necessario – aggiungono Coldiretti e ANBI – reinserire nel P.N.R.R. il miliardo di euro per le forestazioni pedecollinari ed i 500 milioni per la digitalizzazione delle reti idriche. Questi interventi migliorerebbero la condizione soprattutto di territori difficili, invertendo la tendenza al loro abbandono, riducendo il divario fra aree del Paese, grazie all’insediamento di nuove attività produttive.
Da rilanciare il percorso già costruito con il Commissario unico dei Consorzi di Bonifica Commissariati Borzillo che, facendo leva sullo strumento della Legge di Orientamento in Agricoltura, attraverso un albo di imprese agricole, consentirà di gestire tempestivamente le attività di manutenzione ordinaria delle reti idrauliche dagli stessi tutori del territorio che conoscono nel dettaglio punti critici e zone più problematiche.
Il piano della Coldiretti sulle risorse idriche per il Recovery Plan punta alla transizione verde in modo da risparmiare il 30% di acqua per l’irrigazione, diminuire il rischio di alluvioni e frane, aumentare la sicurezza alimentare dell’Italia, garantire la disponibilità idrica in caso di incendi, migliorare il valore paesaggistico dei territori e garantire adeguati stoccaggi per le produzioni idroelettriche green in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni dell’UE per il 2030. Un progetto ideato ed ingegnerizzato e poi condiviso – conclude la Coldiretti Puglia – con ANBI, Terna, Enel, Eni e Cassa Depositi e Prestiti con il coinvolgimento anche delle Università.