Antiche mura di Acaya, Pagliaro (LPD): “Patrimonio imperdibile”
5 Maggio 2021“Un tesoro che rischia di sgretolarsi se non si interverrà in tempo. Acaya, piccola frazione di Vernole, è un raro esempio di cittadella fortificata del Sud Italia. Questa rocca cinquecentesca, che fu baluardo contro le incursioni dal mare dei Saraceni, è un capolavoro d’ingegneria militare che porta la firma di Gian Giacomo dell’Acaya, braccio destro di Carlo V” – scrive in una nota il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani.
“Le mura, realizzate con blocchi di pietra leccese, cingono il borgo di Acaya per tutto il perimetro, fino ad innestarsi nelle torri angolari – aggiunge Pagliaro – ma proprio queste mura, in molti tratti, si stanno sfarinando. Urgono interventi di messa in sicurezza a recupero, per garantire la staticità e per preservare dalla rovina un patrimonio architettonico e storico assolutamente imperdibile. Non si può stare a guardare mentre va in rovina un pezzo glorioso di storia del nostro Salento. Ecco perché ho chiesto di discutere di quest’emergenza in VI Commissione, alla presenza dell’assessore alla cultura, del capo dipartimento turismo e cultura, della segretaria regionale del Ministero della cultura, della soprintendente per i beni archeologici di Brindisi e Lecce, del presidente della Provincia di Lecce e del sindaco di Vernole. Tutti sono chiamati a fare la loro parte per sottrarre al degrado la cinta muraria della roccaforte di Acaya, che mostra i segni preoccupanti del tempo e dell’abbandono. Il progressivo disfacimento dei conci di tufo sta portando al cedimento di alcuni tratti, anche a causa dell’azione infestante di radici e arbusti. Vanno trovate subito le risorse economiche necessarie per la messa in sicurezza e il ripristino delle mura, il cui perimetro supera un chilometro e appartiene per tre quarti a privati. Su alcune porzioni, infatti, negli anni 30, 40 e 50 sono stati edificati immobili ad oggi abitati. Il Comune di Vernole ha già lanciato un appello per trovare i fondi necessari, ed anche la Provincia di Lecce, proprietaria del castello, non può contare su risorse proprie ad hoc dopo la sciagurata legge Delrio che ha svuotato di competenze e fondi le Province. Ma è necessario che tutte le istituzioni interessate facciano la loro parte, uniscano le forze e si confrontino in Commissione, per raggiungere un obiettivo comune: scongiurare la rovina di questo patrimonio prezioso, faro culturale e turistico identitario del Salento”.