Le “stiàre” e tutto avviene solo in una notte di luna piena
30 Maggio 2021Passata la notte delle streghe e dei licantropi, un messaggio per i sopravvissuti. Mentre le zucche a forma di teschio introducevano con il loro fioco bagliore alla notte sconsacrata, nel Salento ci si preparava al solito sabba intorno al noce. Non ci credete? Allora leggete di seguito una delle tante storie della notte passata tra Macàre e Stìare.
La stiàra (strega) è una figura femminile che incute un certo timore; spesso viene identificata in un grosso gatto nero che di notte vaga sui tetti in cerca di bambini cattivi da rapire. La stiàra di giorno è una donna normale, a volte felicemente sposata con un ignaro marito, ma, allo scoccare della mezzanotte, si alza furtivamente, fa bollire certi intrugli in un grosso pentolone di rame e poi, dopo essersi unta con questo intruglio le piante dei piedi, le ginocchia, i palmi delle mani e la fronte, pronuncia la seguente formula magica:
A questo punto, la donna si trasforma in un grosso gatto nero e si ritrova, come d’incanto, sotto un grosso albero di noce in compagnia di altri dodici gatti neri con i quali si lancia in una danza sfrenata attorno all’albero. Dopo la danza, i gatti (le stiàre) vagano per il paese in cerca di bambini cattivi da punire o di adulti con i quali vendicarsi. Spesso, il giorno dopo, le stiàre portano sul corpo i segni delle scorribande notturne e, per giustificarsi con i parenti, sono costrette a raccontare fantasiose bugie. Naturalmente tutto questo avviene solo in una notte di luna piena.
Raimondo Rodia