Dal 16 al 19 settembre a Lecce torna “Il Tempio delle Fole”

Dal 16 al 19 settembre a Lecce torna “Il Tempio delle Fole”

15 Settembre 2021 0 Di Redazione

Nel Chiostro dell’ex Convento dei Teatini di Lecce (ingresso da Via Regina Isabella), dal 16 al 19 settembre 2021, si accendono i riflettori su “Il Tempio delle Fole”, rassegna di dramma antico e teatro di letteratura alla sua quarta edizione. Protagonista sarà Baccanti di EURIPIDE nell’originale messinscena firmata da Poieofolà – CostruzioniTeatrali.

Tutte le sere alle ore 21.00, una delle più celebri opere del tragediografo greco verrà proposta con l’ormai caratteristico stile “noir” del gruppo salentino Poieofolà, attualizzata ma con un chiaro rispetto della “classicità”, con l’inserimento della recitazione in metrica greca, in distici elegiaci e trimetri giambici, sui testi tradotti e adattati da Roberto Treglia, che firma la regia secondo il suo stile ricercato (e si fa anche interprete di Dioniso). La direzione artistica della rassegna è di Alberto Greco che propone una chiave di lettura inconsueta e un allestimento “visionario”: un flashback nell’800 più oscuro ed esoterico, dal retrogusto vittoriano.

Tra i principali interpreti la cantante salentina Cinzia Corrado, che da voce all’animo di Agave, regina delle Baccanti, stordita dai fumi e dagli eccessi dei tiasi, quando, ormai rinsavita realizza di aver trucidato il figlio Penteo.

In Baccanti di Poieofolà la storia della civiltà e del pensiero greco di un Euripide misogino ed ellenisticamente innovativo incontra il terrore per l’irrazionale e il diverso che contraddistingue il periodo della caccia alle streghe del XVII secolo, periodo storico in cui le scelte registiche immergono il testo classico integrale per suscitare emozioni vibranti. Con Baccanti vengono affrontati gli aspetti più sensibili e imperscrutabili dell’essere donna e della costante che regola il rispetto della fede e dell’amore. Le “eroine” euripidee incarnano appieno il molteplice aspetto della natura umana e la grandezza spirituale del genere femminile in forte contrasto al genere maschile, confrontandosi con l’inevitabile equilibrio di ordine cosmico esercitato dalla legge del fato secondo il principio del “medèn àgan”, ovvero del “mai eccedere”.

È giusto credere agli dei della tradizione o distaccarsene e venerarne di nuovi? E’ forse sbagliato non osservarne il culto o è più utile seguire un proprio credo? Da ogni azione scaturisce un’inevitabile conseguenza e il contraccolpo che spetta a chi rinnega il culto di una Potenza Primordiale non può che essere il castigo. Dioniso giunge al termine di un percorso di evangelizzazione d’Europa e, nella fattispecie, dell’intero Occidente. Tebe, città che vuole sottomettere al proprio culto, diviene la culla del suo tremendo credo. E nessun mortale può mettersi contro la volontà suprema di un essere così spietato e vendicativo. Un esercito di donne al suo seguito, streghe, assassine, vendicative e violente, adultere veneratrici, pronte a divulgare il verbo del Dio. Tra gli oscuri meandri delle selve più aspre e fitte consumano le loro orge e rendono onore all’unico Sovrano del mondo. Come uno sciame di api sono pronte a difendere il proprio alveare; come un groviglio di serpi sono in grado di tessere tranelli e di circuire la mente di ogni uomo; come un branco di belve sono pronte a distruggere chiunque ostacoli la loro Verità e l’estrema potenza di un solo e unico Signore. E non c’è legame alcuno che tenga, né istituzionale, né morale. Nessun ritegno, neppure per i legami di sangue!

 

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