Anche a Lecce lo sciopero generale. Tutte le ragioni della protesta di CGIL e UIL
28 Novembre 2024Tutto pronto per lo sciopero generale di venerdì 29 novembre. Cgil e Uil hanno proclamato lo stop di otto ore in tutti i settori, per l’intero turno di lavoro, con l’obiettivo di cambiare la manovra economica del governo, considerata del tutto inadeguata a risolvere i problemi del Paese, e per rivendicare l’aumento del potere d’acquisto di salari e pensioni e il finanziamento di sanità, istruzione, servizi pubblici e politiche industriali. I sindacati andranno in piazza in tutta Italia, ritrovandosi in tante manifestazioni territoriali.
A Lecce il raduno è previsto a Porta San Biagio, a partire dalle 9:30. Dal palco, dopo l’introduzione del segretario generale della CGIL Lecce, Tommaso Moscara e gli interventi di delegate e delegati dei vari settori, sono in programma le conclusioni del segretario generale della UILM nazionale, Rocco Palombella.
Molte e articolate sono le ragioni dello sciopero riportate nel documento nazionale unitario e illustrate questa mattina in conferenza stampa dal segretario generale Moscara e dal coordinatore territoriale della UIL di Lecce, Mauro Fioretti.
“Ad oggi non ci sono i margini per le modifiche di questa manovra, che è stata presentata come blindata, per questo vogliamo far sentire la nostra voce – dicono Moscara e Fioretti -. Il recupero della perdita del potere d’acquisto del 16% di salari e pensioni è una priorità. Inoltre ci sono i temi della sicurezza, del fisco, della sanità e delle pensioni. Nella manovra non c’è nulla sulla tassazione degli extraprofitti, nulla sulla nostra battaglia per tagliare il cuneo fiscale. Da tempo chiediamo poi che vengano inseriti provvedimenti per la sicurezza sul lavoro: gli infortuni mortali aumentano, nella nostra provincia stiamo assistendo a una vera e propria escalation nelle ultime settimane. Bisogna prevedere che si applichino, ovunque, le regole definite per gli appalti pubblici, che ci sia più prevenzione e formazione e che aumenti il numero degli ispettori. C’è la necessità di rimettere al centro il lavoratore, la sua dignità e le necessarie tutele, rinnovando i contratti nazionali e per fare tutto questo serve ascolto da parte del Governo”.
Per il segretario generale provinciale della Cgil e il coordinatore territoriale della Uil, “il lavoro in provincia di Lecce si sta impoverendo: cresce all’insegna della precarietà, dell’instabilità e di stipendi spesso troppo bassi. Siamo molto preoccupati per le continue richieste di cassa integrazione nel settore TAC, che purtroppo sta vivendo una nuova pesante crisi, per via delle tante incertezze legate alle commesse dei prodotti, complici il calo degli scambi internazionali e i rischi della geopolitica. In affanno è anche il metalmeccanico con la transizione energetica che rischia di mettere in seria difficoltà circa duemila lavoratori del settore automotive nella sola provincia di Lecce: il 60% dei lavoratori sono in cassa integrazione, le immatricolazioni sono ferme, il sistema rischia il crollo. Poi c’è la Sanità, evidentemente allo sbando nella nostra regione: manca personale, abbiamo liste d’attesa infinite e con il degrado delle condizioni di lavoro l’emorragia di professionisti della sanità pubblica è accelerata. Per noi è evidente che non va tutto bene, siamo di fronte a una bomba sociale pronta a esplodere” – concludono dalla CGIL Lecce.