Cresce l’export di frutta e verdure trasformate. Coldiretti Puglia analizza i dati del 2022
10 Febbraio 2023La Germania si conferma il primo Paese importatore di ortofrutta pugliese, con +7% nel 2022, ma l’export pugliese di frutta e verdure trasformate cresce anche nel mondo con il +5%, nonostante le difficoltà legate all’aumento dei costi legato alla guerra in Ucraina ma anche degli effetti dei cambiamenti climatici che hanno penalizzato soprattutto il settore del fresco.
E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti Puglia, sulla base dei dati provvisori 2022 di Coeweb–ISTAT, in occasione di Fruit Logistica di Berlino, la principale fiera internazionale di settore dove è presente il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini per incontrare gli operatori italiani, con le imprese pugliesi in prima linea proprio per la forte vocazione ortofrutticola della regione.
“Proprio la Germania rappresenta il primo mercato di sbocco per l’ortofrutta Made in Puglia con oltre 238 milioni di euro in valore delle esportazioni, con la provincia di Bari che spicca per gli scambi che ammontano a quasi 157 milioni di euro, seguita dalle province di Foggia e Taranto – sottolinea Coldiretti Puglia -. La Puglia è la regione più ortofrutticola d’Italia con 198mila ettari di superficie utilizzata, 23 milioni di quintali di prodotti e 1,2 miliardi di euro di Produzione Lorda Vendibile, più di 1/3 della PLV agricola totale regionale, con punte di eccellenza e di valore dell’uva da tavola negli areali di Bari e Taranto, degli agrumi dell’arco jonico-tarantino e degli ortaggi, con spinte forti dalle province di Foggia e Brindisi. La specializzazione strutturale dell’ortofrutticoltura pugliese, legata alla spiccata vocazione pedoclimatica, flessibilità e tradizione imprenditoriale, consente di proporre una amplissima gamma di prodotti e si manifesta anche in termini di performance produttive”.
Il 27% delle aziende presenta una produzione di ortive, mentre il 58% in quella di fruttiferi. Le percentuali si invertono ove si consideri la SAU, visto che per le coltivazioni ortive la SAU aumenta al 55,7% mentre l’incidenza dei fruttiferi sulla superficie complessiva scende al 33,7%. Le dinamiche aziendali negli ultimi 10 anni evidenziano un processo di ristrutturazione importante, con una forte riduzione della numerosità delle aziende, cui è associato un aumento della SAU, particolarmente significativo nel comparto delle ortive.
“La Puglia – rileva Coldiretti regionale – primeggia inoltre in Europa con molte produzioni importanti, dalle mele a pesche e nettarine, dalle ciliegie all’uva da tavola, dai kiwi a molte verdure e ortaggi tipici della dieta mediterranea come pomodori, melanzane, carciofi, cicoria fresca, indivie, sedano e finocchi. Un risultato che potrebbe essere paradossalmente migliore se si riuscisse a superare il gap logistico e infrastrutturale che costa all’agroalimentare 7,8 miliardi di euro all’anno, secondo il Centro Studi Divulga, e, nel caso del prodotto fresco, è particolarmente penalizzante per le imprese agricole rispetto ad altri Paesi produttori”.