“Cuochi, pentole e fornelli”, si apre la stagione di prosa al Teatro comunale di Galatone

“Cuochi, pentole e fornelli”, si apre la stagione di prosa al Teatro comunale di Galatone

23 Gennaio 2025 Off Di Redazione

Si inaugura a Galatone la stagione di prosa 2025 diretta dalla cooperativa Ventinovenove, vincitrice della manifestazione di interesse promossa dal Comune di Galatone, e da Zero Nove Nove.

Si apre con uno spettacolo per famiglie “Cuochi, pentole e fornelli” della cooperativa Ventinovenove (ore 20), che vede sul palcoscenico Mary Negro, Patrizia Ponzetta e Gabriele Polimeno. È la storia di una regina che ha al suo servizio la miglior chef del regno: le prepara tante prelibatezze, ogni giorno dell’anno una ricetta diversa dall’altra. Ma che succede se la perde? Alla regina non resta che affidarsi all’idea del suo fidato consigliere: indice una gara di cuochi provenienti da tutte le parti del mondo, ognuno con la propria personalità e un asso nella manica. Riusciranno a trovare chi sostituirà l’amata e perduta chef? “Cuochi pentole e fornelli” è un pretesto per narrare il cibo, quello della dieta mediterranea, del mangiare sano oppure no, il tutto condito da esilaranti battute e colpi di scena. L’evento è inserito nel progetto “Salento a Natale tu puoi”, organizzato da Carta Bianca e finanziato da Regione Puglia – Puglia Promozione #weareinpuglia

Lunedì 27 (ore 20) si celebra la Giornata della Memoria con “Shoah. Frammenti di una ballata” con Fabrizio Saccomanno e Redi Hasa. Si narrano quattro storie di bambini e adolescenti vissuti in Ucraina, Ungheria, Polonia e Italia tra il 1942 e il 1946 per raccontare la Shoah, le leggi razziali, le persecuzioni, le deportazioni. Storie che cercano di restituire, attraverso un continuo dialogo tra le parole dell’autore e protagonista, Fabrizio Saccomanno e le musiche di Redi Hasa, le sensazioni e i pensieri di chi in quel momento non capiva quello che stava vivendo ma provava a dirselo e a dircelo in qualche modo. Uno spettacolo che intreccia racconto storico e sentimenti personali, che narra l’esperienza dei tanti orfani abbandonati a loro stessi dopo la deportazione dei genitori, la vita nel ghetto elemosinando un pezzo di pane e qualche patata, la drammatica esperienza del lager dove arrivavano con i loro giocattoli in mano, il ricordo degli orrori che ha segnato per sempre la loro vita chiusi nel proprio silenzio consapevoli che non ci sono parole per raccontare la Shoah.

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