Da biogas a compost fai da te: in Puglia si riscopre il valore dell’economia circolare
19 Marzo 2024Con la carenza di materie prime si riscopre il valore dell’economia circolare grazie alla crescita delle attività green che vanno dall’uso degli scarti per la produzione di oggetti alla condivisione di beni e servizi, dalla riparazione dei prodotti domestici al trattamento dei rifiuti, dalla produzione di biogas agricolo fino al riutilizzo dei rifiuti trasformandoli in concime con il compost fai da te per nutrire orti e giardini.
Attraverso una serie di piccoli accorgimenti è possibile disfarsi dei rifiuti alimentari ricavandone del concime da poter riutilizzare per la coltivazione di piante e fiori. Funzionale sia per le piante sui terrazzi che per i giardini, è possibile utilizzare gli scarti alimentari o delle lavorazioni dell’orto per produrre dell’ottimo concime. La compostiera è lo strumento adatto può essere un contenitore in plastica o in legno, con prese d’aria in modo da evitare fenomeni di putrescenza, o anche un semplice cumulo in giardino. In una compostiera si possono gettare tutti gli scarti organici con particolare preferenza verso quelli vegetali, limitando quelli d’origine animale. Infatti il contenuto di carbonio presente in gran quantità nelle piante nel compost deve essere 30 a 1 rispetto all’azoto contenuto nelle proteine animali. Una volta gettati, questi scarti saranno “aggrediti” da batteri compostatori che in presenza di ossigeno, tenderanno a degradare questi rifiuti formando in circa 6 mesi un terriccio “appetitosissimo” per le nostre piante.
Per garantire la presenza di ossigeno è opportuno non gettare materiali plastici o di vetro o ancora di metallo nella compostiera. In caso contrario fenomeni di putrescenza causeranno l’emissione di cattivi odori e di gas climalteranti, come ad esempio il metano. È quel che accade nelle discariche, dove la mescolanza di prodotti plastici e organici crea un mix davvero pericoloso per l’ambiente e la salute. È invece assolutamente vietato l’utilizzo di materiali plastificati, carta oleata per alimenti, riviste patinate o con stampe a colori, tessuti, filtri di aspirapolvere e scarti di falegnameria trattati chimicamente.
Dopo qualche mese (da 3 a 6), si otterrà un primo composto formato da materiale grossolano e una polvere simile a terriccio. Attraverso un setaccio è possibile separare le due parti rimettendo i residui nella compostiera e cospargendo invece l’orto con il concime già pronto. Un pugno alla base di ogni pianta è il quantitativo perfetto. Per chi avesse poco spazio, il compost può essere prodotto anche in vasi di terracotta, avendo cura di rigirare il contenuto più volte durante la settimana. Utilizzando gli scarti prodotti dagli alimenti acquistati nei mercati di Campagna Amica o producendolo nell’orto di casa i consumatori avranno la garanzia che verrà “nutrito” in modo corretto e sano.
“L’economia circolare mette infatti a disposizione diversi strumenti per ridurre gli sprechi e promuovere il riciclo – spiega Coldiretti Puglia –. Se da un lato in media nella spazzatura finiscono 75 grammi di cibo al giorno di prodotti alimentari a persona dall’altro i consumatori sono diventati più sensibili agli sprechi, con ben il 94% attento a evitare di buttare nella spazzatura il cibo che acquista secondo Coldiretti/Censis. Il cibo che resta dopo pranzi e cene rappresenta una fetta rilevante degli sprechi alimentari che possono essere combattuti con la riscoperta dei piatti che valorizzano gli avanzi. Sono così tornati i piatti del giorno dopo come polpette, frittate, pizze farcite, ratatouille e macedonia. Ricette che – continua Coldiretti – non sono solo una ottima soluzione per non gettare nella spazzatura gli avanzi, ma aiutano anche a non far sparire tradizioni culinarie del passato secondo una usanza molto diffusa che ha dato origine a piatti diventati simbolo della cultura enogastronomica del territorio come la frittata di pasta, il timballo o il pancotto alle verdure”.
La lista dei materiali da compostaggio
- scarti di frutta e verdura
- fiori recisi e resti di piante
- pane e gusci d’uova
- qualche avanzo di carne, pesce, salumi e formaggi
- fondi di caffè e filtri del thè
- foglie e paglia
- segatura
- rami e scarti di falegnameria
- carte e cartone con assenza di vernici
- piccole quantità di bucce di agrumi
- piccole quantità di cenere
- lettiere di cani e gatti
- tracce di piante resistenti alla degradazione (es. aghi di pino)
Fonte: Elaborazioni Coldiretti Puglia su dati Campagna Amica