“Design for Peace”: i progetti degli architetti ucraini e italiani per ricostruire dopo la guerra

“Design for Peace”: i progetti degli architetti ucraini e italiani per ricostruire dopo la guerra

2 Agosto 2024 Off Di Redazione

Immaginare, disegnare, progettare la ricostruzione dei luoghi devastati dalla guerra grazie a un’azione concreta, capace di ospitalità, accoglienza, lavoro comune tra giovani architetti ucraini e studi di progettazione italiani.

Sono gli assi strategici intorno a cui è ruotato Design for Peace. Costruttori di Pace: un progetto della comunità degli Architetti PPC per la pace, l’accoglienza e la ricostruzione, ideato e promosso all’indomani dello scoppio della guerra in Ucraina dal Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC) in collaborazione con l’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia, la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento delle Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, l’Ambasciata d’Ucraina in Italia, raccontato adesso nella Mostra preziosa ed emozionante che da domani venerdì 2 agosto sarà nel Salento, a Parabita, allestita negli spazi dell’Ex Convento dei Domenicani.

La Mostra si aprirà oggi, alle 19.30, con i saluti istituzionali di Stefano Prete, Sindaco di Parabita; Massimo Crusi, Presidente del CNAPPC; Tommaso Marcucci Presidente dell’Ordine degli Architetti P.P. e C. della provincia di Lecce, cui seguirà la presentazione dei progetti in mostra.

“È stato ed è tuttora un processo straordinariamente coinvolgente e paradigmatico che il Consiglio Nazionale degli Architetti PPC ha sostenuto convintamente. Un percorso virtuoso e solidale che indica in modo inequivocabile gli architetti come costruttori di pace e di buone relazioni tra popoli e culture diverse, e come la ricostruzione di un Paese colpito dalla guerra può divenire riflessione sulla rigenerazione sociale attraverso la qualità dello spazio fisico coinvolgendo innanzitutto le competenze e i saperi, le energie e i punti di osservazione, delle nuove generazioni. Un’esperienza che apre la strada verso azioni di cooperazione e scambio per immaginare e affermare la ricostruzione anche in altre aree colpite e purtroppo devastate da conflitti” – dichiara Massimo Crusi, Presidente del CNAPPC.

“Gli architetti immaginano, progettano, costruiscono le città, e non le distruggono; lo ribadiamo anche nel foglio di sala della Mostra – sottolinea Tommaso Marcucci, Presidente Ordine degli Architetti PPeC di Lecce -. Il che, proprio in questo preciso momento storico, con le immagini di distruzione che continuano ad arrivare dall’Ucraina e dal Medio-Oriente, assume un valore quanto mai importante, politico, per ribadire la necessità di cercare e trovare soluzioni che mettano fine a queste due guerre, e alle decine di altre che insanguinano altri luoghi nel mondo. Il progetto mette al centro visioni di cooperazione professionale per la rigenerazione sociale e umana. Vale come apertura alla speranza e monito”.

Curata da Tiziana Pecoraro e Giorgio Mitrotta, Design for peace, con il coordinamento scientifico di Paolo Anzuini, consigliere Ordine Architetti Roma, dedicata ai giovani architetti rifugiati che hanno vinto le borse messe in palio da Design for Peace e si sono aggiudicati workshop presso studi di progettazione italiani, la Mostra – caso esemplare di come la comunità degli Architetti PPC possa aiutare i professionisti con status di rifugiati giunti in un nuovo Paese attraverso un’azione concreta di solidarietà tra colleghi – testimonia e racconta il percorso di scambio e solidarietà attivato per raccogliere idee e progetti finalizzati alla ricostruzione di altrettante aree colpite dal conflitto. Un modo per interpretare, si legge nel catalogo, “la ricostruzione come cura delle ferite inflitte dalla guerra alle città e anche opportunità per sperimentare soluzioni che non si limitino a ripristinare lo status quo, ma contribuiscano a un slancio di progresso e sviluppo territoriale: immaginando nuovi edifici e schemi per le attrezzature pubbliche”, mettendo a sistema creatività e cooperazione per definire la visione della ricostruzione post bellica delle città ucraine.

Creatività, progettazione, visione, che, nello specifico, hanno avuto come terreno di sperimentazione e protagoniste dei workshop cinque aree individuate dall’Ambasciata Ucraina: il Palazzo Comunale della cultura Korabelnyi di Mykolaiv; il Complesso sportivo dell’Università Tecnica Nazionale Istituto Politecnico di Charkiv; il Laboratorio “Volodymyr Synhaivskyi” del Ginnasio Comunale di Korosten; l’Università “G. Skovoroda” Pedagogica Nazionale di Kharkiv; l’edificio “V. N. Karazin” sede della Facoltà di Economia dell’Università Nazionale di Kharkiv.

In mostra i progetti di: Ivanna Gaidarzhy, Studio NEXT Urban Solutions, Roma; Olena Hordynska, Studio ALTERECO, Rutigliano (Bari); Anastasia Strelets Zamryka,

Studio ABC PLUS, Verona; Iryna Orekhva, Studio Di Girolamo Engineering, Napoli; Nadia Bashtannik, Studio Gasparini Associati di Reggio Emilia.

Finissage l’11 agosto.

 

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