Disegno di legge per delimitare le aree idonee. Pagliaro (LPD): “Più paletti a tutela del paesaggio”
27 Novembre 2024“Non è vero che il disegno di legge per delimitare le aree idonee per nuovi impianti eolici e fotovoltaici riguarda solo quelli a terra. La Regione getta la maschera e lascia maglie troppo larghe per l’approdo a terra, gli scavi e la connessione alla rete elettrica degli impianti eolici galleggianti da installare in mare. Si tratta di opere molto impattanti, che comportano consumo di suolo e sfregio permanente al paesaggio costiero – spiega il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani -. Noi invece chiediamo paletti ferrei a tutela delle aree di pregio e fragili delle nostre litoranee, e lo facciamo con otto emendamenti al ddl aree idonee, bloccato nelle Commissioni Ambiente e Sviluppo economico del Consiglio regionale. In particolare, chiedo un alt a cavidotti, punti di approdo, stazioni elettriche lato mare e buche giunti delle centrali eoliche offshore. Ci allarma l’enorme numero di istanze piovute per impianti anche giganteschi lungo le nostre coste, come quello progettato nello specchio di mare tra Otranto, Santa Cesarea Terme, Castro, Tricase e Leuca, con 90 pale da quasi trecento metri di altezza. L’articolo 6, comma 1, del decreto in discussione – aggiunge Paolo Pagliaro – merita particolare attenzione per garantire una definizione chiara delle aree idonee e non idonee per le opere connesse alle centrali del vento in mare. Per quanto la prevista tecnologia di trivellazione orizzontale controllata (TOC) riduca l’impatto delle infrastrutture, vanno tenute in considerazione le conseguenze ambientali, specialmente in contesti di elevato pregio naturalistico e paesaggistico. Un esempio? Il parco naturale regionale Costa Otranto-Santa Maria di Leuca interessato dal progetto di Odra Energia, che prevede l’approdo in località La Fraula a Santa Cesarea Terme. Lo studio d’impatto ambientale e i pareri emessi da Ispra e Ministero dell’Ambiente ad aprile scorso rilevano forti criticità, perché verrebbero realizzate buche d’ingresso e uscita in zone soggette a vincoli paesaggistici, idrologici, botanici, e persino a rischio idrogeologico. Parliamo di ben 16 elettrodotti da interrare, che emaneranno campi elettromagnetici con impatti sul mare e sulla salute, senza considerare che nell’area individuata per l’approdo ci sono 28 abitazioni e diverse strutture ricettive. Questo disegno di legge deve rappresentare l’occasione per mettere punti fermi nella pianificazione regionale, a salvaguardia di tutte le aree fragili e di particolare pregio. L’obiettivo di produzione energetica da fonti rinnovabili imposto entro il 2030 alla Puglia è di ulteriori 7 gigawatt rispetto ai 6 già generati, mentre i progetti in esame al Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica svilupperebbero 90 gigawatt. È evidente che siamo sotto assedio e dobbiamo alzare muri a difesa delle zone più belle e sensibili. Concedere l’installazione di opere impattanti in aree di pregio come quelle tutelate dall’articolo 136, lettere c) e d) e dall’articolo 142 del D.Lgs. 22 gennaio 2004, rischia di compromettere irreversibilmente un patrimonio unico, che costituisce un’eredità per le future generazioni. Da qui il mio emendamento che prevede l’esclusione esplicita di queste aree dalle zone idonee per l’interramento di cavi e infrastrutture tramite TOC. Questa scelta non solo sarebbe coerente con i principi di tutela ambientale e paesaggistica sanciti dalla normativa nazionale ed europea, ma incoraggerebbe anche gli operatori commerciali a individuare soluzioni alternative in aree prive di vincoli. Alternative più costose per gli operatori, ma salvifiche per i nostri territori unici e fragili, evitando di compromettere il loro valore naturalistico e culturale. Lo stesso vale per le aree agricole minacciate dall’invasione di impianti agritovoltaici, che temiamo possano essere usati come cavallo di Troia per vetrificare altri terreni sottratti alla coltivazione e al pascolo. Gli altri emendamenti che ho presentato al ddl aree idonee – conclude il consigliere Pagliaro – mirano ad impedire questo nuovo scempio, e ad allargare le aree di rispetto dove non si potranno impiantare nuovi impianti eolici e fotovoltaici a terra, in particolare a ridosso di zone fragili e di particolare pregio. Zone da blindare, per impedire nuove speculazioni dei giganti delle rinnovabili interessati a colonizzare il Salento e il nord della Puglia”.