Effetti diretti ed indiretti del contenimento dei costi energetici. L’analisi di Coldiretti Puglia
13 Febbraio 2023Il calo delle bollette del gas aiuta le famiglie ma anche le imprese che in agricoltura per effetto valanga dei rincari energetici sono state costrette a fare i conti con l’impennata dei costi di produzione di oltre 1,2 miliardi di euro nel 2022. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia sugli effetti diretti ed indiretti del contenimento dei costi energetici a partire dalle bollette del gas, con l’apertura in ribasso per il gas naturale sulla piazza Ttf di Amsterdam.
“Durante lo scorso anno sono aumentati sensibilmente i prezzi dei prodotti acquistati dagli agricoltori (+24%) con balzi che arrivano al 63% per i concimi, la cui produzione dipende fortemente dall’andamento delle quotazioni del gas” – sottolinea la Coldiretti regionale.
L’inversione di tendenza nelle quotazioni del gas con il calo del 40% del costo dei fertilizzanti evidenziata da Consorzi Agrari d’Italia è importante per i bilanci delle imprese agricole e per garantire la produttività delle coltivazioni con la riduzione della dipendenza dall’estero a sostegno della sovranità alimentare del Paese.
“L’aumento dei costi energetici e delle materie prime spinto dalla guerra in Ucraina ha determinato l’impennata dei costi di produzione per l’insieme delle aziende agricole che ha superato 1,2 miliardi di euro, con la produzione agricola e quella alimentare che in Puglia assorbono oltre il 10,3% dei 5,578 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) all’anno dei consumi totali – aggiunge Coldiretti Puglia -. Il risultato è che più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione, secondo le elaborazioni del Crea. Le difficoltà economiche – continua la Coldiretti regionale – hanno portato a ridurre l’acquisto di mezzi tecnici indispensabili per le coltivazioni già duramente colpite dal clima anomalo con cali che vanno dal 14% per gli acquisti di trattori fino al -30% proprio per l’uso dei concimi il cui aumento è influenzato dal fatto che la produzione mondiale dipende fortemente dal costo del gas ed è concentrata in Russia e Bielorussia. L’impennata dei costi ha riguardato anche l’alimentazione del bestiame, il riscaldamento delle serre per ortaggi e fiori, con il rincaro dell’energia che si abbatte poi sui costi di produzione come quello per gli imballaggi, dalla plastica (+72%) per i vasetti dei fiori alla banda stagnata per i barattoli (+60), dal vetro (+40%) per i vasetti fino alla carta (+31%) per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi. Si tratta di una bolletta energetica pesante nonostante nel tempo si sia verificato un contenimento dei consumi energetici grazie alle nuove tecniche e all’impegno degli agricoltori per la maggiore sostenibilità delle produzioni anche con l’adozione di tecnologie 4.0 per ottimizzare l’impiego dei fattori della produzione. Senza dimenticare – conclude la Coldiretti – che a migliorare il bilancio energetico della filiera ci sono gli investimenti nell’economia circolare con la produzione di bioenergie, dal fotovoltaico sui tetti di stalle e capannoni rurali fino alla valorizzazione dei reflui degli allevamenti con il biometano che va sostenuto adeguatamente”.