Gli operatori culturali pugliesi discutono della proposta di legge sui luoghi dello spettacolo
9 Gennaio 2022Domani alle 16 in streaming sul canale Twitch di Rockit si terrà un incontro promosso da Distretto Produttivo Puglia Creativa, La Musica Che Gira e Officina degli Esordi, per discutere della proposta di legge, presentata in Parlamento da Matteo Orfini, che contiene le disposizioni per la promozione, il sostegno e il riconoscimento di luoghi e spazi della cultura, della creatività e delle arti performative.
All’appuntamento, moderato da Manuela Martignano (La Musica Che Gira, coordinamento composto da lavoratori, artisti, imprenditori e professionisti della musica e dello spettacolo), oltre al deputato del Partito Democratico interverranno Antonio Decaro (presidente Anci – Associazione Nazionale Comuni Italiani), Emmanuele Curti (Lo stato dei luoghi, Rete nazionale di attivatori di luoghi e spazi rigenerati a base culturale), Cesare Liaci (presidente della Cooperativa Coolclub e vicepresidente del Distretto Produttivo Puglia Creativa, network a servizio delle imprese culturali e creative pugliesi, nato in risposta alla Legge Regionale 23/2007), Annarita Masullo (coordinamento La Musica Che Gira e Co-Founder The Goodness Factory) e Carlo Testini (coordinatore nazionale politiche culturali Arci). La crisi causata dal Covid ha evidenziato le fragilità strutturali di un settore normato poco e male, regolato da leggi vecchie e inefficaci. Il dibattito, animato dagli operatori del settore durante la pandemia ha portato il deputato Matteo Orfini a depositare il 13 luglio una proposta di legge frutto del confronto con moltissimi addetti ai lavori. All’alba di nuove chiusure, risulta oggi vitale riparlare di ristori e sollecitare l’iter parlamentare di una legge che tutela e promuove live club, teatri di prossimità e di quartiere e spazi culturali ibridi, luoghi che tutti i giorni determinano concrete possibilità sociali, economiche e culturali per città, periferie e province. Luoghi che presidiano con la Cultura il territorio nazionale, capillarmente diffusi, attivatori preziosi di comunità fuori dalle grandi istituzioni culturali nazionali eppure così determinanti. Dalle artiste e gli artisti che oggi calcano i più importanti palchi nazionali, e hanno iniziato le loro carriere proprio in questi spazi, all’occupazione generata dall’impiego di lavoratrici e lavoratori, passando dall’innovazione e dalle opportunità sociali, educative e culturali per le comunità di prossimità. Gli spazi culturali sono un asset strategico per un paese come l’Italia, è arrivato il momento che sia una legge a riconoscere questi principi e a tutelarli. Nessuna ripartenza sarà mai reale ed effettiva senza una riforma complessiva del sistema creativo e culturale.
La proposta di legge in breve
Oggi i luoghi e gli spazi che nei territori promuovono l’accesso e la fruizione delle produzioni creative, artistiche e culturali contemporanee e innovative (Live Club, Piccoli teatri, Centri culturali ibridi) assolvendo una importantissima funzione di coinvolgimento, contribuendo a fornire occasioni di accesso e di consumo culturale e di promozione e diffusione delle produzioni, sono privi di un riconoscimento giuridico del loro ruolo nel (e per) il sistema creativo e culturale. La parte pubblica non individua in alcun modo il rilievo che queste realtà esprimono concretamente per la promozione e la diffusione culturale, a monte e a valle del sistema, riconducendole, se non relegandole, ad attività orientate al mero intrattenimento, senza perciò prevedere interventi e misure per il loro sostegno che siano organici, strutturali e orientati alla natura e alle finalità che costituiscono il reale core delle attività di questi organismi. La proposta di legge a firma Matteo Orfini parte dal riconoscimento da parte pubblica della funzione culturale di luoghi e spazi della cultura come i Live Club, i Piccoli Teatri di prossimità e di quartiere e dei Centri Culturali ibridi di prossimità, un riconoscimento che è alla base dei meccanismi di sostegno e sviluppo che vengono stabiliti per legge e per accedere ai quali è richiesto alle imprese e agli organismi del Terzo Settore di iscriversi negli elenchi riguardanti ciascuna delle tre tipologie di attività svolte. All’iscrizione negli elenchi consegue l’accesso ai benefici e agli strumenti di sostegno pubblici previsti e cioè: l’esenzione dall’imposta sugli intrattenimenti; il credito di imposta (40%) per i costi e le spese per la realizzazione di nuovi spazi, luoghi o sale o per il loro ripristino di spazi, luoghi o sale inattivi, indipendentemente dall’appartenenza pubblica o privata dei luoghi e degli spazi, e per la ristrutturazione, l’adeguamento strutturale e tecnologico, l’installazione, la ristrutturazione, il rinnovo di impianti, apparecchiature, arredi e servizi accessori; il credito di imposta (50%) per i costi annui degli affitti dei canoni dovuti per la locazione, la concessione, la conduzione o la gestione dei luoghi, spazi o sale destinati alle proprie attività; il credito di imposta (65%) sulle sponsorizzazioni riguardanti la realizzazione e la promozione di manifestazioni, eventi, spettacoli, rappresentazioni; il riconoscimento anche da parte di regioni, province autonome e enti locali della natura culturale delle attività svolte e dunque la possibilità di stabilire tariffe agevolate per i tributi locali; l’armonizzazione, con riduzione omogenea al 10%, dell’aliquota IVA, applicabile anche alla cessione di beni e servizi per gli allestimenti tecnici, la messa in scena, l’organizzazione e la realizzazione di spettacoli; il credito di imposta (65%) per le erogazioni liberali agli ETS per il sostegno dei progetti e delle attività artistiche, culturali e creative per la programmazione, messa in scena, allestimento di spettacoli, rappresentazioni, esibizioni dal vivo; il finanziamento diretto di progetti che riguardano la progettazione, la realizzazione, la messa in scena di specifici programmi creativi, culturali e artistici. Inoltre, per gli ETS che svolgono attività di Live Club, Piccolo Teatro di Prossimità o di quartiere o Centro culturale ibrido di prossimità, le pubbliche amministrazioni possono prevedere procedure semplificate ed agevolate per l’affidamento o la concessione di spazi o immobili di propria appartenenza attuando in questi casi le norme sulla co-progettazione e la co-programmazione previste dall’articolo 55 del Codice del Terzo Settore.