Gli studenti di Galatina con Tareke Brhane per parlare di accoglienza e di progetti per i rifugiati
6 Aprile 2022Ieri, presso il “Teatro Cavallino Bianco” di Galatina, si è tenuto l’evento “Sulla stessa barca”. Un incontro con il presidente del “Comitato 3 Ottobre” Tareke Brhane, organizzato da Arci Lecce Solidarietà e dalla Città di Galatina a beneficio delle studentesse e degli studenti delle scuole secondarie superiori “Colonna”, “Vallone” e “Falcone e Borsellino”, nonché dei rifugiati e delle rifugiate dei progetti di accoglienza gestiti da Arci Lecce Solidarietà su Galatina e su Serrano.
Una mattinata di ascolto e confronto che ha visto la partecipazione anche della presidente di Arci Lecce Solidarietà, Anna Caputo, del sindaco di Galatina, Marcello Amante, dell’assessora alla Cultura del Comune di Galatina, Cristina Dettù, e dell’assessore alle Politiche Sociali, Antonello Palumbo, i quali hanno sottolineato l’importanza dei percorsi di accoglienza e di integrazione intrapresi dai rifugiati e dalle rifugiate sul territorio.
Tareke Bhrane, mediatore culturale e grande comunicatore, ha raccontato la sua esperienza migratoria ad una nutrita platea di studenti e studentesse. Fuggito dal suo paese, l’Eritrea, a 17 anni, per sottrarsi alla coscrizione a vita, ha vissuto un viaggio di violenze, soprusi e prigionia, ed è stato respinto al primo tentativo di attraversare il Mediterraneo.
Sin dal suo arrivo in Italia, nel 2005, si è quotidianamente impegnato a favore di chi, come lui, è costretto a lasciare la sua casa ed a rischiare la vita per cercare protezione in altri paesi del mondo.
Oggi, da presidente del Comitato 3 Ottobre, organizzazione non profit fondata all’indomani del naufragio di Lampedusa che, il 3 ottobre 2013, costò la vita a 368 persone, Tareke Brahne attraversa l’Italia ed il mondo per portare la sua preziosa testimonianza. Lavora assiduamente con le scuole europee proprio per costruire un’idea diversa dell’immigrazione, per creare memoria e per sostenere politiche di accoglienza e inclusione, nonché per costruire una banca dati del DNA delle cosiddette vittime senza nome.
Come ha raccontato al Teatro Cavallino Bianco di Galatina, il suo sogno da bambino era fare il pilota. Ma le vicissitudini della vita lo hanno dapprima costretto a separarsi per sempre dai suoi affetti e dalla sua terra, nella quale non potrà più far ritorno, e poi lo hanno reso uno dei più importanti attivisti dei nostri giorni, sino ad essere premiato con la Medaglia per l’Attivismo Sociale nel Summit dei Premi Nobel per la Pace del 2014.
Il suo racconto, che ha poi dato vita ad una serie di partecipati interventi degli studenti e delle studentesse di Galatina, è anche storia di migliaia di bambini, donne e uomini migranti che tutti i giorni vivono le stesse esperienze o soccombono nel tentativo disperato di raggiungere paesi sicuri.
All’evento, organizzato con il supporto delle operatrici e degli operatori dell’accoglienza di Arci Lecce Solidarietà, ha preso parte un gruppo di ospiti dei progetti SAI di Galatina e della sede di Serrano del progetto SAI per minori stranieri non accompagnati di Patù. Sotto la guida di Giovanni Martella, di Circular Music, i rifugiati hanno tenuto uno spettacolo di percussioni frutto di quanto appreso in un laboratorio seguito in questi mesi.