Gli studenti di UniSalento visitano il Quartier Generale di Unmik in Kosovo
1 Giugno 2024La base delle Nazioni Unite (UNGSC) di Brindisi ha consegnato a una delegazione di studenti del corso di laurea magistrale in Scienze per la Cooperazione Internazionale gli attestati di partecipazione per aver preso parte a un viaggio di studio presso la base UNMIK in Kosovo, alla fine del mese di aprile. La visita di studio, capeggiata dal Rettore Fabio Pollice e dal professor Thomas Christiansen, ha consentito a sette studenti dell’Università del Salento (Manuela D’Avanzo, Pierpaolo De Padova, Caterina Del Prete, Rachele Falcone, Barbara Leo, Noemi Metafuni, Sara Sansò) di visitare il quartier generale di UNMIK (United Nations Interim Administration Mission in Kosovo).
Presente alla consegna degli attestati a Brindisi, avvenuta in occasione della celebrazione della Giornata Internazionale del Peacekeeper presso la base UNGSC, il professor Daniele De Luca, docente di Storia delle Relazioni internazionali, nonché presidente dei corsi di laurea in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali, Studi Geopolitici e Internazionali e Scienze per la Cooperazione Internazionale.
I cinque giorni in Kosovo hanno consentito alla delegazione UniSalento di conoscere la realtà del Kosovo, Repubblica dalla storia travagliata. La visita è stata un’opportunità unica per comprendere il complesso contesto politico, sociale ed economico della regione. La delegazione si è incontrata con i funzionari delle Nazioni Unite ed ha potuto comprendere il ruolo cruciale dell’organizzazione nel mantenere la stabilità e promuovere la ripresa post-conflitto.
La delegazione UniSalento ha visitato il Missing Persons Resources Center, una organizzazione nata al fine di rintracciare i corpi di persone scomparse (ancora ca. 1200) uccise nel conflitto che ha portato all’indipendenza del Kosovo. Il Centro lavora con le famiglie di tutte le etnie e di tutte le parti del conflitto e rappresenta un grande modello per la riconciliazione.
Ulteriori visite a luoghi significativi sono state:
– quella al monastero serbo ortodosso di Dečani, che si trova ora in un’enclave indipendente in territorio kosovaro ed è protetto dalla KFOR (Kosovo Force) e da un contingente permanente dei soldati italiani posto all’interno della stessa struttura. Si tratta di un patrimonio mondiale incomparabile, in fase di restauro anche con l’aiuto e l’esperienza di esperti italiani;
– la visita al Santuario degli Orsi, sponsorizzato dall’Agenzia austriaca per lo sviluppo (ADA), nel quale vivono orsi abusati salvati da circhi o da proprietari privati;
– la visita al Barabar Center, un centro che ospita una comunità multi-etnica sostenuto dall’UNMIK;
– la visita al Club Astronomico.
Attraverso incontri con rappresentanti locali, la delegazione ha potuto così ottenere una visione approfondita delle sfide che la popolazione kosovara affronta quotidianamente, dall’integrazione etnica alla ricostruzione economica. Inoltre, l’esperienza offre l’opportunità di esplorare la ricca cultura e storia di Kosovo, testimoniando il suo impegno per la pace e la coesione sociale.
“La missione in Kosovo ha rappresentato una grande opportunità per le studentesse e gli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Scienze per la Cooperazione Internazionale di conoscere da vicino il funzionamento e le attività di una base di peacekeeping delle Nazioni Unite, ma anche di confrontarsi con chi vi opera, con le problematiche connesse ad una difficile attività di ricostruzione del tessuto sociale e relazionale, prima ancora che di quello economico – sottolinea il Rettore Pollice -. Un confronto aperto e diretto, che ha coinvolto anche i rappresentanti della società kosovara e attraverso il quale hanno preso coscienza delle conoscenze e competenze acquisite durante il percorso formativo; una professionalità e una sensibilità culturale apprezzato da tutto il personale della Base con cui sono entrati in contatto e a cui va il mio ringraziamento più sincero per l’affettuosa accoglienza. Ringrazio anche la Base UNGSC di Brindisi – in primo luogo la Direttrice Giovanna Ceglie e la Dott.ssa Maria D’Aprile – per il supporto nell’organizzazione della nostra missione e per la stretta collaborazione che in questi anni ha contribuito a dare un respiro davvero internazionale al nostro Corso di laurea”.
“Per gli studenti di Scienze per la Cooperazione Internazionale – aggiunge il professor Christiansen -. il Kosovo si presenta come un caso di studio particolarmente stimolante. Questa terra non si lascia facilmente definire o categorizzare: le questioni quotidiane, come ad esempio la gestione delle pensioni o la raccolta dei rifiuti, si trasformano in complessi enigmi di giurisprudenza internazionale. Pur mostrando le ferite ancora fresche della guerra e dei conflitti intercomunali, il Kosovo guarda con fiducia verso un futuro fondato sulla democrazia e sulla riconciliazione, avvalendosi del sostegno di organizzazioni internazionali come la UNMIK e l’UE. Ogni aspetto del tessuto sociale e culturale di questa terra è un intricato intreccio di elementi contraddittori e armoniosi che va scoperto con i propri occhi per essere compreso appieno. Quando vi feci visita per la prima volta più di 10 anni fa, fui subito catturato dal carattere resiliente, dall’energia e dall’umanità della gente del posto. E la cosa più emozionante di questo viaggio è stata vedere la stessa reazione di ammirazione e sorpresa nei nostri studenti”.
Questi i commenti degli studenti:
“Terrò nel cuore ogni persona incontrata in questo breve viaggio, guardando verso coloro che si sono dedicati interamente al servizio di una missione, spesso durata tutta la vita. (Rachele Falcone)
“Avere la possibilità di esprimere i nostri dubbi, di parlare a fondo della missione e della libertà di porre domande alle quali nessun altro tranne lo staff dell’UNMIK avrebbe potuto rispondere, ha trasformato la mia visione del Kosovo permettendomi di percepire la realtà da un’altra prospettiva. (Noemi Metafuni)
“Questo viaggio è stata una full immersion in un paese che mi ha sorpreso, un paese che ci ha accolto a braccia aperte. La missione dell’UNMIK è il fulcro della rinascita di questo paese, qui ho imparato pienamente come nulla sia dato per scontato e come il processo di costruzione della fiducia tra la popolazione e le istituzioni, sia il passo fondamentale per il futuro. (Barbara Leo)
“Visitando gli uffici dell’UNMIK si fa luce sui complessi processi di costruzione della fiducia e di promozione dell’armonia multietnica nella regione. L’interazione con i locali e la testimonianza della loro resilienza hanno ulteriormente rafforzato l’importanza della comprensione interculturale” (Manuela D’Avanzo)
“Il viaggio in Kosovo è stata un’esperienza per la quale sono veramente grata. È un paese complesso, con diverse minoranze al suo interno, come ci ricordano le stelle sulla bandiera. Ma tutto questo rende il Kosovo ancora più interessante”. (Sara Sansò)
“L’esperienza in Kosovo ha superato tutte le mie aspettative. Ho avuto l’opportunità di incontrare persone così incredibili e resilienti e di vivere momenti appaganti che conserverò per sempre nella mia memoria e nel mio cuore”. (Caterina Del Prete)
“Il nostro viaggio in Kosovo è stato un viaggio che ha toccato corde profonde: siamo usciti particolarmente arricchiti dalle visite alle basi UNMIK, dove le discussioni con il personale esperto hanno ampliato la nostra comprensione della missione dell’ONU in quel territorio”. (Pierpaolo De Padova)