Il Festival Organistico del Salento ospita a Galatina l’organista Lorenzo Ghielmi
1 Ottobre 2022È uno dei maggiori esperti di musica rinascimentale e barocca in Italia, al cui studio e alla cui esecuzione si dedica da anni, e fra i più affermati interpreti dell’opera organistica e cembalistica di Bach. È la volta di uno degli ospiti più attesi e prestigiosi dell’ottava edizione de Festival Organistico del Salento. Questa sera, alle ore 19:30 la Basilica Santa Caterina d’Alessandria di Galatina, custode di uno dei più preziosi organi salentini, ospita Lorenzo Ghielmi, organista titolare dell’organo Ahrend della basilica milanese di San Simpliciano, dove ha eseguito l’opera omnia per organo di J.S. Bach.
A Galatina si fa interprete di un programma, incentrato sia su repertorio sacro che profano, che si presenta come un bellissimo viaggio nell’Europa del tardo Rinascimento e del primo Barocco, con gli autori più rappresentativi di varie nazioni. Parte da Cavazzoni, tra i caposcuola della musica organistica in Italia, per poi spostarsi in Germania con Kotter, in Inghilterra con Preston, in Olanda con Sweelinck, ancora Inghilterra con Byrd, musicista di Elisabetta I, e in Italia, con Frescobaldi, il Bach italiano, seguito da Pasquini e Storace, per chiudere con Zipoli, che emigrò in Sud America portando lì sia la cultura musicale italiana che l’organizzazione musicale vera e propria.
Il Festival Organistico del Salento, giunto all’ottava edizione, è organizzato dall’Istituto di Cultura Musicale J.S.Bach di Tricase, con la direzione artistica di Francesco Scarcella, con il patrocinio di Regione Puglia, Provincia di Lecce, Arcidiocesi di Lecce, Arcidiocesi di Otranto, Diocesi di Ugento-S.Maria di Leuca, Diocesi di Nardò-Gallipoli, Conservatorio di musica “T. Schipa” di Lecce, d’intesa con la Soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto e con il sostegno di Caroli Hotels.
Da settembre a dicembre offre oltre trenta appuntamenti per gli appassionati della grande letteratura organistica, ospitando musicisti di chiara fama ma anche giovani organisti di sicuro talento: concerti sia per organo, sia per organo concertante con strumenti e voci, tutti in programma nelle cattedrali, nelle chiese e nelle confraternite del territorio salentino. L’intento del festival, infatti, è di far conoscere e valorizzare il ricco patrimonio di organi storici del Salento, tra cui spicca, appunto, quello di S. Caterina d’Alessandria a Galatina.
L’anonimo del 1558 custodito in quella che è considerata la “Cappella Sistina del Salento” per i suoi splendidi affreschi del XV secolo, è uno degli organi più rappresentativi tra quelli storici del Salento, tale da essere paragonabile, per caratteristiche organologiche e strumentali come i tasti spezzati o il temperamento mesotonico, a organi di primo livello in Italia quali, ad esempio, quelli della Basilica di San Giovanni in Laterano di Roma o della Basilica di San Petronio a Bologna. Risulta di straordinario interesse fra gli organi storici dell’Italia Meridionale in particolre in quanto conserva il somiere ‘a tiro’ più antico di Puglia, la gran parte delle canne d’origine, il registro dell’Organetto, una coppia di tasti spezzati e le canne di facciata superbamente sbalzate alternativamente a tortiglioni, a punte di diamante e a cupolette.
Il Salento è ricchissimo di strumenti storici, ormai quasi del tutto restaurati: si iniziò già dagli anni ’70 con un monitoraggio e un nuovo approccio al restauro filologico che portò ad avere un buon parco organi di eccezionale interesse storico-organologico. Contribuì a questo anche il M° Luigi Celeghin (Briana, 19 agosto 1931 – Roma, 15 dicembre 2012) alla cui memoria quest’anno il FOS è dedicato nel decimo anniversario della scomparsa. Professore di organo e composizione organistica al conservatorio Santa Cecilia di Roma dal 1975 al 2002, Celeghin è stato ispettore onorario del ministero per i beni e le attività culturali per la tutela degli organi antichi dell’intero territorio nazionale. Fu molto operativo in Puglia, propulsore proprio di quella “rinascita” organistica e organaria che rende ricco il Salento oggi.