La Regione Puglia stanzia 4 milioni di euro. Primo risultato della mobilitazione “salva stalle” di Coldiretti
8 Giugno 2022Primo risultato della mobilitazione ‘salva stalle’ di Coldiretti che ha portato migliaia di allevatori a Bari, dopo che le speculazioni e la guerra in Ucraina, con il blocco dell’import del mangime per gli animali, hanno messo in seria difficoltà gli allevatori stretti tra bassi compensi per il latte alla stalla e costi di produzione schizzati alle stelle.
E’ quanto afferma Coldiretti Puglia che plaude all’approvazione in Giunta della delibera proposta dall’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia che ha condiviso con Coldiretti un percorso utile a dare sollievo alla ‘Fattoria Puglia’ con aiuti concreti.
“La delibera di Giunta prevede 4 milioni di euro – dice Coldiretti Puglia – da destinare agli allevatori che potranno beneficiare di un sostegno massimo di 35mila euro ad azienda sulla base del numero dei capi, di età minimo di 24 mesi, regolarmente censiti nella Banca Dati Nazionale Zootecnica. Per l’effetto congiunto dell’aumento dei costi energetici e dei mangimi il settore dei bovini da latte ha subito incrementi di costi pari al 57% secondo il Crea che evidenzia il rischio concreto di chiusura per la maggioranza degli allevamenti che si trovano costretti a lavorare con prezzi alla stalla al di sotto dei costi di produzione”.
“L’impennata dei costi, registrata già prima dello scoppio della guerra, aveva determinato la chiusura di oltre 120 stalle in Puglia in 1 anno con le imprese di allevamento da latte allo stremo, per cui avevamo chiesto alla Regione Puglia un intervento concreto per sostenere le aziende zootecniche schiacciate da questa tempesta perfetta”, dichiara Savino Muraglia, presidente Coldiretti Puglia.
“Con oltre 1 stalla su 10 (12%) in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività a causa dei costi di gestione degli allevamenti per le speculazioni in atto con la guerra in Ucraina dopo il Covid, è una boccata d’ossigeno – aggiunge Coldiretti Puglia – per garantire la sopravvivenza della ‘Fattoria Puglia’ che conta ormai solo 850 allevamenti da latte per fare formaggi, mozzarelle e burrate”.
“Va garantita la stabilità del settore lattiero – caseario che ha un’importanza per l’economia regionale ma anche una rilevanza sociale e ambientale perché quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate”, aggiunge Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia.
La carenza di mais e soia, con le speculazioni in atto che hanno fatto schizzare i prezzi delle scorte, sta mettendo in ginocchio gli allevatori pugliesi, ma stanno mettendo in crisi anche i mangimifici e i trasformatori, che devono affrontare aumenti vertiginosi dei costi per l’alimentazione del bestiame (+40%) e dell’energia (+70%) a fronte di compensi fermi su valori insostenibili. Il costo medio di produzione del latte, fra energia e spese fisse – sottolinea Coldiretti – raggiunge anche oltre 0,50 euro al litro di latte alla stalla, un costo molto superiore rispetto al prezzo riconosciuto ad una larga fascia di allevatori.
All’aumento dei costi di produzione non corrisponde la giusta remunerazione del latte alla stalla, quando per poter pagare un caffè al bar gli allevatori pugliesi devono mungere tre litri di latte pagati solo qualche decina di centesimi alla stalla, ben al di sotto dei costi di produzione in forte aumento per i rincari di mangimi ed energia, scattati già prima della guerra in Ucraina.
“Bisogna ora intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con interventi immediati per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro lavorando per accordi di filiera tra imprese agricole, mangimifici ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali. Ma – conclude Coldiretti Puglia – occorre investire per aumentare la coltivazione di produzioni per l’alimentazione degli animali e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità ma serve anche contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica e le Nbt a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici”.