L’inquinamento dell’ecosistema marina sui fondali del Salento. Una mostra al MAUS di UniSalento

L’inquinamento dell’ecosistema marina sui fondali del Salento. Una mostra al MAUS di UniSalento

14 Giugno 2024 Off Di Redazione

Nata da un concept di Piero Lionello, Michele Solca, Giorgia Alemanno e Christian Vaglio, la mostra “Rifiuti nel mare – Fotografie e materiali dai fondali del Salento: impatti su ecosistema marino e salute umana” si apre questa mattina, presso il Museo dell’Ambiente dell’Università del Salento (MAUS – Ecotekne, via per Monteroni, Lecce).

La mostra, che resterà aperta fino al 31 luglio, è stata organizzata dall’Università del Salento – MAUS – UCL con la consulenza scientifica di Piero Lionello, Michele Solca e Giulia Furfaro. Le fotografie esposte sono di Michele Solca mentre il disegno “Il ciclo dei rifiuti” è stato realizzato da Martina Stifani. La fotografia “Il mare in agonia” e il pannello “Microplastiche” sono stati realizzati da Giovanni De Salve. La realizzazione grafica è di Giorgia Alemanno e Roberta Iovino.

IL MAUS Il Museo dell’Ambiente dell’Università del Salento (MAUS) è uno dei musei del Sistema Museale di Ateneo (SMA) e custodisce reperti fossili rinvenuti nel Salento di grande rilevanza scientifica e di non comune completezza. Una sede particolarmente adatta ad una mostra di questo tipo, che consente di affiancare a scenari marini storici e preistorici di incomparabile bellezza, materiali di scarto che la civiltà contemporanea ha prodotto e riversato sugli stessi fondali. Il materiale esposto nella mostra, infatti, è stato recuperato dai fondali dall’Associazione Subacquea Paolo Pinto Gallipoli.

Gli elementi presenti nella mostra sono sufficienti a descrivere il livello di inquinamento dei nostri fondali marini, evidenziando il cosiddetto “marine litter”, cioè qualsiasi materiale solido, persistente, abbandonato o disperso in ambiente marino-costiero. La permanenza dei rifiuti nell’ambiente marino dipende dal materiale e genera conseguenze negative per gli ecosistemi costieri e sommersi e per la salute umana. Anche i relitti di vecchie navi, peraltro, costituiscono una delle principali fonti di inquinamento degli ecosistemi marini, a causa del rilascio di sostanze chimiche pericolose. Se bonificati e in assenza di effetti tossici durevoli sull’ambiente, possono tuttavia diventare una risorsa per alcune specie e attività.

Anche le reti fantasma rappresentano una grande minaccia perché da un lato intrappolano gli organismi e soffocano gli ecosistemi marini e, dall’altro, frammentandosi in piccolissime particelle di plastica entrano nelle catene alimentari marine, uccidendo indiscriminatamente milioni di pesci, tartarughe, cetacei e uccelli.

Plastiche e microplastiche sono parte integrante della dieta degli animali marini, con conseguenze non ancora del tutto note sulla loro salute e sulle catene alimentari attraverso le quali arrivano fino all’uomo. La presenza di plastiche e altri rifiuti in mare è talmente diffusa che alcune specie hanno persino imparato ad utilizzarli come tane, nascondigli e substrato per la deposizione di uova. Nella mostra le immagini di tali scenari.

 

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