“Lunghe lista d’attesa, sanità pubblica a due velocità”
22 Aprile 2022 0 Di Redazione“Attese estenuanti, oppure scorciatoie a pagamento: è questo il bivio di fronte al quale si trovano i cittadini pugliesi che hanno bisogno di una visita specialistica o di un esame diagnostico. A prescindere dalle priorità indicate in ricetta, le liste d’attesa sono ben più lunghe dei tempi massimi previsti, e allora l’alternativa è ricorrere alle vie più brevi, pagando le prestazioni in regime Alpi, che vuol dire attività libero professionale intra moenia” – dichiara il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani e Presidente MRS.
” Una sanità a due velocità, insomma, che corre se il paziente paga e procede col freno a mano quando le prestazioni sono a carico del sistema sanitario regionale. Di questa distorsione chiedo conto in un’interrogazione urgente che ho indirizzato all’assessore alla sanità Rocco Palese, mettendo in evidenza i dati sulle liste d’attesa in sanità elaborati in base ai flussi registrati sul sistema Cup delle Asl pugliesi – aggiunge Pagliaro – dati pubblici, che evidenziano in molti casi tempi d’attesa assai più lunghi di quelli limite previsti per le diverse prestazioni, e non soltanto per le urgenti da erogare entro 72 ore, ma a che per le brevi entro dieci giorni, le differibili fra i 30 e i 60 giorni, e perfino per le programmate entro 120 giorni. Dai dati emerge che solo una piccola percentuale è in linea con le scadenze previste: ad esempio per una visita cardiologica i tempi di attesa sono rispettati solo in un caso su quattro; per le prescrizioni urgenti di mammografie, visite cardiologiche e TC di encefalo, addome e colonna vertebrale, i tempi limite dei tre giorni vengono rispettati in percentuali molto basse, che si attestano fra il 13 e il 20%. Le liste d’attesa si riducono solo per poche prestazioni, in particolare per le prime visite oncologiche, dove nove su dieci risultano effettivamente seguite nel termine massimo delle 72 ore. Quello che balza agli occhi è che i tempi si accorciano invece a pagamento, per visite ed esami in regime Alpi. E non è certo un caso se il 30% dei pazienti sceglie di pagare piuttosto che aspettare all’infinito, ad esempio per le visite specialistiche gastroenterologiche o per gli esami ginecologici. Nella mia interrogazione chiedo di dare risposte su questa distorsione del sistema Alpi, che è nato per assicurare la libertà di scegliere uno specifico professionista medico, ma è diventata una scorciatoia per i fortunati che possono pagare per garantirsi un’assistenza più rapida. All’assessore Palese chiedo di porre fine a questa prassi inaccettabile, anche ricorrendo alle sanzioni previste dalla legge e mai applicate. E soprattutto chiedo di sapere quali provvedimenti intenda adottare per ridurre liste d’attesa che sono la vergogna della sanità pubblica pugliese e la condanna dei cittadini che si vedono negare il diritto alla salute”.