Mangiati 162mila ettari per cementificazione, abbandono e tropicalizzazione del clima
9 Dicembre 2020Mangiati 162mila ettari di suolo in Puglia per colpa della cementificazione e dell’abbandono e per la grave mancanza di programmazione e valorizzazione del ruolo di chi vive e lavora sul territorio. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti Puglia, divulgata in occasione della Giornata mondiale del suolo che si celebra ogni anno a dicembre.
“Sono andati persi negli ultimi 10 anni 21mila ettari di frutteto in Puglia, dove l’ultima generazione è responsabile della perdita di oltre ¼ della terra coltivata (-26%) per colpa della cementificazione e dell’abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato che ha ridotto la superficie agricola utilizzabile – denuncia Coldiretti Puglia – su un territorio meno ricco e più fragile per il consumo di suolo, inoltre, si abbattono i cambiamenti climatici con le precipitazioni sempre più intense e frequenti, con vere e proprie bombe d’acqua che il terreno non riesce ad assorbire”.
“La tropicalizzazione del clima, con eventi estremi come nubifragi, grandinate e trombe d’aria che si alternano a lunghi periodi siccitosi – aggiunge il presidente Muraglia – ha sottratto altri 425 ettari, con un percentuale di suolo consumato che si attesta su valori compresi tra l’8% e il 10%, una delle più alte d’Italia, indebolendo e impoverendo un territorio già fragile”.
Sono 230 i comuni pugliesi a rischio frane e alluvioni e a pagarne i costi – segnala Coldiretti Puglia – oltre ai cittadini residenti soprattutto nelle aree rurali, sono proprio le 11.692 imprese che operano su quei territori. Il rischio idrogeologico, con differente pericolosità idraulica e geomorfologica, riguarda – rileva Coldiretti Puglia – il 100% dei comuni della BAT, il 95% dei territori di Brindisi e Foggia, il 90% dei comuni della provincia di Bari e l’81% dei comuni leccesi e sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni.
“Il rischio idrogeologico riguarda contesti prevalentemente agricoli o naturali per il 67% – insiste Muraglia – perché in Puglia la terra frana e si consuma anche a causa dell’abbandono delle aree rurali per fattori diversi, a cui si aggiungono fenomeni meteorologici sempre più intensi, concentrati in poche ore e su aree circoscritte, con alluvioni e danni anche in aree non eccessivamente antropizzate, per non parlare della criminalità sempre più dilagante. La salvaguardia del suolo, dell’ambiente e delle produzioni agricole e agroalimentari è fondamentale per garantire un avvenire alle future generazioni”, conclude il presidente Muraglia.
La pandemia da Coronavirus ha rivoluzionato le priorità dei mercati e dei consumatori – conclude Coldiretti Puglia – con le produzioni agricole, dalle quali dipendono le forniture alimentari nei diversi Paesi, diventate più preziose e richieste del petrolio che, al contrario, è crollato con il fermo delle attività industriali, con l’emergenza che ha ribaltato la geografia del valore della terra che è devenuta una ‘riserva naturale’ strategica da tutelare e proteggere.