Olio: si produce la metà ma si consuma di qualità
17 Novembre 2020Addio a quasi una bottiglia di olio extravergine Made in Italy su due in Puglia con il dimezzamento del 48% della nuova produzione regionale di eccellente qualità che dovrebbe attestarsi attorno alle 101mila tonnellate rispetto alle 194mila tonnellate dell’annata precedente, a causa del clima pazzo, dal maltempo alla siccità, senza dimenticare gli effetti della Xylella che ha di fatto devastato gran parte degli uliveti del Salento. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti Puglia sulla base dell’aggiornamento previsionale elaborato da Ismea e Unaprol per la campagna 2020/21.
Nella culla della produzione olivicola e olearia delle province di Bari e BAT la siccità e il maltempo – stima Coldiretti Puglia – hanno ridotto le produzioni rispetto all’anno scorso del 30% nella zona costiera di Barletta, Trani, Bisceglie e il calo del 60% nella zona interna di Andria, Palo del Colle, Bitetto, con qualità alte. Qualità straordinaria in termini di qualità – aggiunge Coldiretti Puglia – ma con un calo della produzione del 50% in provincia di Foggia, dove le olive risultano decisamente più grandi rispetto alla media e sono giunte a maturazione in leggero anticipo rispetto al consueto.
Annata ottima in provincia di Brindisi con un aumento del 40% della produzione di olive – insiste Coldiretti Puglia – nonostante l’avanzamento verso nord della Xylella, con piante positive e sintomatiche, che in alcune zone della parte sud della provincia sono già particolarmente evidenti.
Una situazione produttiva preoccupante a fronte dell’aumento del 9,5% degli acquisti delle famiglie che con l’emergenza Covid sono tornate a fare scorte in cucina con i prodotti base della dieta mediterranea, secondo i dati relativi al primo semestre dell’anno. In Italia 9 famiglie su 10 consumano olio extravergine d’oliva tutti i giorni – sottolinea Coldiretti – con una crescente attenzione verso il prodotto di qualità che ha favorito la nascita di corsi e iniziative nelle sale di degustazione di frantoi, agriturismi e aziende agricole.
L’Italia è il primo consumatore mondiale di olio di oliva con una media negli ultimi 5 anni di 504 milioni di chili, seguita dalla Spagna con 483 milioni di chili e dagli Stati Uniti con ben 320 milioni di chili. A sostenere la domanda mondiale sono certamente gli effetti positivi sulla salute associati al consumo di olio di oliva provati da numerosi studi scientifici che hanno fatto impennare le richieste di quel segmento di popolazione che nel mondo è attento alla qualità della propria alimentazione.
L’andamento dei prossimi mesi dipenderà come di consueto dalla situazione internazionale con la produzione mondiale stimata in linea a quella dello scorso anno ed i prezzi in Spagna, Grecia e Tunisia che mostrano tendenze al rialzo. La Spagna è di gran lunga il principale produttore mondiale seguito dall’Italia mentre sul podio al terzo posto si trova la Grecia.
L’andamento della raccolta è importante dal punto economico ed occupazionale per una filiera che conta in Puglia una Produzione Lorda Vendibile di 750 milioni di euro, con la coltura che occupa oltre 369 mila ettari che rappresentano – aggiunge Coldiretti Puglia – il 40 % di quella del Mezzogiorno, quasi il 32% della superficie olivetata nazionale e l’8% di quella comunitaria e si fregia di 5 oli DOP e l’IGP Olio di Puglia.
Con l’82% degli italiani che con l’emergenza coronavirus sugli scaffali cerca prodotti Made in Italy per sostenere l’economia ed il lavoro del territorio, il consiglio della Coldiretti è quello di diffidare dei prezzi troppo bassi, guardare con più attenzione le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop e Igp, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica dove è possibile assaggiare l’olio EVO prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche positive.