Pagliaro (LPD): “Ancora pesca selvaggia nel nostro mare. Controlli più rigorosi”
15 Ottobre 2022“Ora basta. Si intervenga per fermare la razzia di pesci nel nostro mare, ad opera di una motonave proveniente da fuori regione che continua a rastrellare i fondali con le reti da circuizione, stazionando anche a profondità inferiore ai 50 metri minimi consentiti per legge” – dichiara il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani.
“Lo stesso peschereccio industriale segnalato nell’estate 2021 e tornato da mesi nelle acque da Otranto a Leuca, ieri è stato avvistato in zona Alimini: aveva calato le reti a soli 45 metri di profondità ed era pronto a fare strage. I pescatori locali sono esasperati e invocano controlli più serrati e rigorosi su quest’attività che sta desertificando il nostro mare, lascandoli a reti vuote. La Capitaneria di Porto intensifichi le attività d’ispezione, dia ascolto al grido di aiuto che arriva da pescatori di professione e sportivi, e da chi ama il mare e l’ambiente aggiunge Pagliari -. Sono stato il primo a sollevare il velo su quest’emergenza, con un’interrogazione presentata un anno fa per sollecitare interventi urgenti che fermassero l’accaparramento incontrollato di risorse ittiche nel nostro mare. Una settimana fa ho anche presentato una mozione per impegnare la Giunta regionale a creare zone cuscinetto nelle acque del Salento e della Puglia, in corrispondenza delle secche dove i pesci si concentrano per riprodursi, vietando lo stazionamento delle motonavi da pesca. L’obiettivo è impedire che interi banchi di pesce possano essere localizzati e trascinati al largo con l’uso di luci e sonar (che dovrebbero essere vietati), per poi essere messi in trappola con il cianciolo in una sola retata. Le zone cuscinetto possono essere uno scudo a tutela dei mari salentini e pugliesi che rischiano di trasformarsi in deserti d’acqua, e per sostenere la piccola pesca schiacciata da quella industriale, che rastrella l’80 per cento del pescato. Il comparto della pesca locale, che dà da mangiare a tantissime famiglie salentine, è letteralmente in ginocchio. È vero che la tecnica del cianciolo è consentita da una legge dello Stato (il Dpr 1639 del 1968) ma è anche vero che quando fu approvata, 54 anni fa, lo stato dei mari era ben diverso, lontano dalla minaccia dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici, e senza la pressione sempre più forte della pesca industriale. Le zone cuscinetto che chiedo di istituire con la mia mozione, nei mari salentini e pugliesi, sono aree con raggio di tre miglia dai punti più alti delle secche tra i 20 e i 50 metri di profondità, da bandire allo stazionamento dei pescherecci industriali. Zone che continuerebbero invece ad essere accessibili alle piccole imbarcazioni da pesca, che praticano tecniche non invasive. Questo favorirebbe le aggregazioni riproduttive in un’ottica di pesca sostenibile, come indicato nella relazione di consulenza tecnica redatta su richiesta della Procura di Lecce dal Dipartimento di Ecologia Marina Integrata della Stazione Zoologica di Napoli (ottavo ente di ricerca al mondo nel campo della biologia marina). Non si può continuare a far finta di niente, abbandonando il nostro mare alla pesca selvaggia”.