Pazienti covid con disabilità. Chiesto un protocollo regionale per affiancamento in ospedale
31 Dicembre 2020“L’esempio del Lazio dimostra che avevamo ragione: con le necessarie misure di sicurezza, si può consentire ai caregiver familiari di affiancare i pazienti con disabilità non collaborativi, ricoverati in ospedale per Covid – dichiara Paolo Pagliaro, capogruppo de La Puglia Domani – Ecco perché, dopo aver scritto al presidente Emiliano e all’assessore alla Sanità Lopalco per sollecitare un protocollo obbligatorio regionale in tal senso, ho ribadito la stessa richiesta in un’interrogazione urgente.
La Regione Lazio ha recepito le pressanti istanze del mondo della disabilità proprio con un protocollo diffuso alle Asl, in modo da garantire la massima sicurezza ai parenti che scelgono di stare al fianco dei propri cari disabili anche nel momento di una malattia terribile e ad alto rischio di contagio come il Covid. Questo stesso percorso di civiltà e umanità può e deve essere realizzato in Puglia.
Immaginate quanto profonda possa essere la sofferenza di una persona disabile che, seppur maggiorenne, è abituata ad essere accudita e coccolata ogni giorno dal suo caregiver familiare, ma una volta ricoverata in ospedale per Covid si ritrovi improvvisamente sola, separata a forza da chi gli sta sempre accanto, facendosi interprete dei suoi bisogni speciali, sia fisici sia affettivi. Un percorso traumatico, che alla malattia aggiunge il peso della solitudine. La patologia acuisce una condizione di fragilità e non autosufficienza.
Ecco perché è necessario che sia approntato e diffuso con urgenza, alle Asl pugliesi, un protocollo Covid che preveda l’assistenza rassicurante del familiare di riferimento per i pazienti disabili con prognosi accertata di coronavirus, dall’accesso al pronto soccorso fino alla degenza in reparto sub intensivo.
Dall’assessore Lopalco, anche alla luce della disponibilità manifestata nell’ultima seduta del Consiglio regionale a questa mia richiesta, mi aspetto dunque un protocollo obbligatorio in tempi brevi, per sanare la ferita della separazione forzata inflitta alle famiglie dei pazienti disabili ricoverati in ospedale per Covid”.