Prosegue la fortunata tournée teatrale de “La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza”
8 Dicembre 2023Prende il via questa sera, ore 20:45, “Per un teatro umano”, stagione di teatro e danza del Teatro Comunale di Novoli. La compagnia Les Moustaches di Bergamo propone il fortunato spettacolo “La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza” di Ludovica D’Auria e Alberto Fumagalli con Damiano Spitalieri, Alberto Gandolfo e Federico Bizzarri.
Ciccio Speranza è un ragazzo grasso, ma leggero, con un’anima talmente delicata, che potrebbe sembrare quella di una graziosa principessa nordeuropea. Ciccio Speranza vive in una vecchia catapecchia di provincia dove si sente soffocare, come una fragile libellula rosa in una teca di plexiglass opaco. Ciccio Speranza ha un sogno troppo grande per poter rimanere in un cassetto di legno marcio: vuole danzare. In una sperduta provincia di un’Italia sperduta, la sperduta famiglia Speranza vive da generazioni le stesse lunghissime giornate. Sebastiano è il padre di Ciccio, violento e grave come un tamburo di pelle di capra in un concerto di ottavini. Dennis è il fratello di Ciccio, con un’apertura mentale di uno che va a Bangkok e spacca tutto perché non sanno fare pasta, patate e cozze. Solo, in fondo, nella sua fragilità, Ciccio vuole scappare da quel luogo che mai ha sentito come casa. Attraverso il suo gutturale linguaggio, il suo corpo grassissimo e il suo sogno impacciato, il nostro protagonista, in tutù rosa non smetterà mai di danzare, raccontandoci la sua vita cosi come la desidera. Ciccio appartiene ad un mondo lontano, senza alcuna possibilità di esaudire il proprio sogno. Il suo destino è segnato, il suo carattere è condizionato, la sua vita è soffocata da un ambiente che gli sta stretto come un cappottino antigelo sta stretto ad un bulldog inglese. Dunque, perché rattrappire i propri istinti? Solo perché la cicogna ci ha fatto cadere lontano dalla terra promessa? Perché sentirsi schiacciati da una famiglia che non vuole conoscere un mondo che sta oltre il proprio campo di fagioli?
“La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza” prosegue a Novoli la sua fortunata tournée teatrale. Nato sotto i migliori auspici, con la trionfale accoglienza critica al debutto al Fringe Festival di Roma (gennaio 2020, tre premi vinti – Critica, Miglior Spettacolo, Fersen), lo spettacolo ha dovuto interrompere la sua promettente corsa per lo scoppio della pandemia. Non appena è stato di nuovo possibile, lo spettacolo è tornato in scena e ovunque è stato accolto con grande affetto e attenzione. Tra i riconoscimenti nazionali, la partecipazione come finalisti ai festival Direction Under 30-2020 e In-Box 2021. Merito di una scrittura ispirata, attraverso cui il drammaturgo Alberto Fumagalli tasta il basso (una complicata esistenza famigliare, ai margini della società), con slanci di vera poesia. La quotidianità ottusa e patriarcale di una famiglia contadina è regolata dal susseguirsi delle stagioni. Ma anche dalla progressiva voglia di emancipazione del secondogenito Ciccio, sognatore malgrado tutto. Non fosse altro per il suo desiderio di diventare ballerino (con tanto di tutù rosa, che alimenta il pregiudizio), nonostante la stazza imponente. I tre attori condividono la scena in forte armonia. La loro fisicità rimane impressa. E suggerisce caratteri, poi ribaltati dall’andamento delle vicende di cui sono protagonisti. Alberto Gandolfo è il padre; Federico Bizzarri interpreta il figlio maggiore; Damiano Spitaleri nel ruolo di Ciccio Speranza. Il terzetto è abilissimo, anche per come affronta la lingua inventata con cui si esprimono i loro personaggi. Un comprensibile mix di espressioni arcaiche e dialettali, che contribuisce a definire il piccolo mondo – fuori dal tempo e dallo spazio – in cui agiscono. “La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza” è stato importante per le carriere dei tre protagonisti, fra i nomi nuovi su cui il teatro, il cinema e la serialità nazionale hanno deciso sempre più di puntare. Discorso simile per i registi D’Auria-Fumagalli. Romana lei, di Bergamo lui (rispettivamente classe 1996 e 1990), fanno coppia anche nella vita. La loro collaborazione è proseguita con “L’ombra lunga del nano”, approdato al Festival d’Avignone. Il nucleo dei Les Moustaches si completa con le figure professionali di Tommaso Ferrero, Pietro Morbelli e Giulio Morini che insieme a Ludovica D’Auria e Alberto Fumagalli rimarcano una poetica chiara, necessaria ed efficace che parla a tutti con profondità di contenuto.