Speso solo il 39% dei fondi comunitari. A rischio 200 milioni di euro del PSR Puglia
16 Dicembre 2020A rischio disimpegno le risorse del PSR Puglia, con 200 milioni di euro da spendere entro il 31 dicembre prossimo. E’ l’allarme confermato nel corso del Comitato di Sorveglianza del PSR Puglia, per cui Coldiretti Puglia rilancia la necessità di una decisa inversione di tendenza per recuperare risorse preziose ma anche per non ripetere gli stessi errori per i progetti del Recovery fund.
Ad oggi risultano erogati solo 627 milioni di euro rispetto al complessivo di 1,6 miliardi di euro, con la burocrazia e gli errori di programmazione che hanno rubato tempo e risorse al lavoro e agli investimenti delle aziende agricole e ha impedito con le inefficienze l’avvio di nuove attività e l’ingresso dell’80% dei giovani nell’attività di impresa.
“Restituire anche un solo euro a Bruxelles sarebbe in questo momento un inequivocabile segnale di inadeguatezza e un danno per i nostri agricoltori, che legittimamente aspirano con queste risorse a costruire il proprio futuro”, afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
La Puglia ha speso solo il 39% delle risorse del Psr – aggiunge Coldiretti Puglia – con un livello di spesa di molto inferiore alla media nazionale che si attesta su oltre il 50% e del 62% della spesa a livello comunitario.
E’ mancata finora una strategia chiara per uscire dal pantano dei ricorsi e risolvere le criticità di attuazione – insiste Coldiretti Puglia – con la beffa subita dagli imprenditori agricoli che non hanno potuto investire ed il fallimento sul fronte dello storico ritorno alla terra che ha portato a finanziare solo il 20% delle domande presentate dai giovani under 40.
“Proprio sul bando dei giovani imprenditori – denuncia il presidente Muraglia – rischiano di restare fuori altri 238 giovani che, nell’incertezza della situazione generale circa la prosecuzione della Sottomisura 6.1 hanno ritardato gli adempimenti utili per l’insediamento. Non avendo provveduto a comunicare e ottenere l’avvenuto insediamento entro il termine indicato, pur essendo tra i primi in graduatoria, e quindi i più “meritevoli”, rischiano di essere esclusi senza averne colpa”.
Una sconfitta per le speranze di tanti giovani, ma anche per il Paese che – sostiene la Coldiretti – perde opportunità strategiche per lo sviluppo in un settore chiave per la ripresa economica, l’occupazione e la sostenibilità ambientale soprattutto nel Mezzogiorno dove maggiore è il bisogno occupazionale e più elevati sono i tassi di fuga dei giovani. “Così come appare illogico proibire ai giovani in graduatoria – insiste il presidente Muraglia – di cambiare l’investimento, a parità di performance economica, senza considerare che lo scenario è evidentemente cambiato a 4 anni dalla pubblicazione del bando, tempi biblici che hanno mutato le stesse esigenze dei giovani che devono insediarsi”.
Per Coldiretti Puglia è essenziale procedere con tutte le verifiche utili prima della pubblicazione della futura graduatoria degli investimenti 4.1A per non incorrere negli stessi limiti oggettivi riscontrati nella graduatoria dei giovani, per spendere le risorse in modo fluido e senza ulteriori intoppi, scongiurando di far perdere ulteriori risorse vitali all’agricoltura pugliese.
“Anche questa volta, come sempre, offriremo il massimo della collaborazione per individuare le soluzioni più appropriate – aggiunge Muraglia – per uscire da una situazione preoccupante, ma ancora noi crediamo recuperabile. Il rischio di non utilizzare le risorse va assolutamente scongiurato, soprattutto oggi alla luce della sofferenze che la filiera agroalimentare sta vivendo in questa lunga contingenza pandemica”, conclude il presidente Muraglia.
Dall’analisi dei dati sullo stato di attuazione del Psr Puglia 2014-2020 emergono forti criticità, perché la Regione Puglia è tra le regioni italiane che dispone di maggiori risorse PSR – conclude Coldiretti Puglia – ed è l’ultima nella spesa delle risorse pubbliche.