UE: Follie nel piatto, da allarmi vino ad etichette semaforo in Puglia
17 Maggio 2023Dal terrorismo sul vino alle etichette a semaforo che bocciano le eccellenze tricolori, dagli attacchi agli allevamenti al divieto della pesca a strascico, dalle frontiere colabrodo da cui è entrata la Xylella in Puglia allo stop agli imballaggi che rischia di cancellare dagli scaffali dei supermercati l’insalata in busta, i cestini di fragole, le confezioni di pomodorini e le arance in rete ma anche le bottiglie magnum di vino sono le normative ideologiche e follie senza freni che arrivano dall’Unione Europea e rischiano di stravolgere per sempre lo stile alimentare della Dieta Mediterranea e il sistema produttivo nazionale basato sulla qualità e su tradizioni millenarie.
In grande evidenza lo striscione con la scritta “Niente Europa senza agricoltura, no al cibo da laboratorio”. Sotto accusa l’autorizzazione concessa dall’Ue all’Irlanda che potrà adottare sulle bottiglie di vino e birra un’etichetta con avvertenze terroristiche, che non tengono conto delle quantità, – afferma la Coldiretti – come “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” e “alcol e tumori mortali sono direttamente collegati” nonostante i pareri contrari di Italia. Francia e Spagna e altri sei Stati Ue, che considerano la misura una barriera al mercato interno, e l’annuncio della stessa Commissione di possibili iniziative comuni sull’etichettatura degli alcolici. Ma nel mirino Ue è finita anche la pesca italiana. Le nuove linee di indirizzo ad integrazione della Politica Comune proposte dal Commissario alla Pesca ed all’Ambiente Virginijus Sinkevicius prevedono provvedimenti choc a partire dal divieto del sistema di pesca a strascico che rappresenta in termini di produzione ben il 65% del pescato nazionale, secondo l’analisi di Coldiretti Impresapesca. Le misure impongono anche la restrizione delle aree di pesca con tagli fino al 30% di quelle attuali. Scelte che aprono di fatto alle importazioni selvagge, andando ad aggravare ulteriormente una situazione che nel 2022 ha visto arrivare in supermercati e ristoranti del nostro Paese oltre 1 miliardo di chili di prodotto straniero tra fresco e trasformato, pronto spesso per essere servito come tricolore.
“Nell’autunno 2023 verrà discussa la proposta di regolamento sull’etichetta a colori, con il fronte dei Paesi del Nord che spinge il cosiddetto Nutriscore. Si tratta di un sistema di etichettatura fuorviante, discriminatorio ed incompleto che – sottolinea la Coldiretti – finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti sintetici di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. I sistemi allarmistici di etichettatura a semaforo si concentrano esclusivamente su un numero molto limitato di sostanze nutritive (ad esempio zucchero, grassi e sale) e sull’assunzione di energia senza tenere conto delle porzioni, escludendo paradossalmente dalla dieta ben l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine. Intanto la Ue ha autorizzato l’uso di larve del verme della farina minore, grillo domestico, larva gialla della farina e cavallette – evidenzia Coldiretti – in una serie di alimenti come pane, panini, cracker, grissini, barrette ai cereali, nei prodotti a base di pasta, pizza o cioccolato mentre mette sotto accusa per le emissioni gli allevamenti tradizionali aprendo di fatto le porte all’arrivo in Europa dei cibi di laboratorio. Si tratta di una minaccia letale per l’agricoltura italiana, la salute dei consumatori e la biodiversità del pianeta contro la quale sono state già raccolte oltre mezzo milione di firme nella mobilitazione bipartisan della Coldiretti che ha portato il Governo Meloni a presentare uno schema di disegno di legge che vieta la produzione, l’uso e la commercializzazione in Italia del cibo sintetico. L’UE – conclude la Coldiretti – ha gravi responsabilità sulla Xylella per le frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto che ha causato un danno irreparabile all’olivicoltura pugliese. L’Unione Europea, se da un lato ha disposto la rimozione delle piante infette e di quelle presenti nei 50 metri attorno, si è lavata le mani sugli indennizzi da riconoscere agli olivicoltori che hanno subito e dovuto affrontare in solitudine l’aggressione del patogeno da quarantena Xylella fastidiosa e devono fare i conti con ingenti perdite di reddito presenti e future, rimandando l’intera partita al Governo italiano”.