“Yeast Photo Festival”, più di mille visitatori e 15 mostre aperte fino al 3 novembre
29 Settembre 2024L’opening della terza edizione di Yeast Photo Festival – “From Planet to Plate” – che si è svolto a Matino e nel Salento dal 19 al 22 settembre ha visto più di 1.000 tra visitatori e partecipanti agli eventi di inaugurazione. Quattro giorni che hanno messo al centro i grandi temi legati al cibo, in particolare le sue ricadute economiche, sociali e ambientali. Una narrazione corale attraverso la fotografia, declinata in 15 progetti, molti dei quali in anteprima assoluta per l’Italia, visitabili fino al 3 novembre a Matino, Lecce, Racale, Castrignano de’ Greci e Masseria Le Stanzíe a Supersano.
Il bilancio dei quattro giorni inaugurali in cui sono state presentate 14 mostre personali più una collettiva per 15 fotografi, dislocate in 11 location (interne ed esterne), con la partecipazione di tutti i fotografi e le fotografe e dei 4 guest curators, l’organizzazione di 3 incontri a tema con 13 esperti dal mondo della fotografia, del giornalismo e del cibo, di 15 visite guidate con gli autori, di 2 eventi dedicati ai bambini e di 3 eventi musicali (per 6 musicisti).
Insomma, attorno all’appuntamento annuale di Yeast Photo Festival va aggregandosi una community sempre più nutrita di persone sensibili a temi che riguardano il futuro dell’umanità. “I 15 i progetti fotografici in mostra si sviluppano attraverso una serie di collaborazioni sul territorio che ci permettono di avere, oltre agli spazi espositivi di Matino, anche location importanti come il Chiostro dell’Antico Seminario e Palazzo Scarciglia a Lecce grazie ad Artwork o la Chiesa di Santa Maria La Nova a Racale grazie al Comune di Racale, e ancora a Kora Centro del Contemporaneo grazie al Comune di Castrignano de’ Greci e alla speciale e unica Masseria Le Stanzie a Supersano, per un festival sempre più diffuso”, spiega Veronica Nicolardi, co-direttrice con Flavio&Frank di Yeast Photo Festival. “Un modo per coinvolgere la comunità locale poiché il nostro obiettivo è di sensibilizzare e informare attraverso la fotografia cercando di offrire uno sguardo il più variegato e trasversale possibile. La fotografia infatti rimane lo strumento più democratico e diffuso per raccontare il mondo in cui viviamo”.
Le mostre, poi, tutte visitabili come già detto fino al prossimo 3 novembre. Pablo E. Piovano ha documentato per esempio l’impatto sulla salute umana degli agrofarmaci, tra cui il famigerato glifosato, in “The Human Cost”, in mostra in prima italiana al Palazzo Marchesale Del Tufo di Matino – esplorando il nord, il centro e le coste dell’Argentina e percorrendo 15mila km (lunedì chiuso, da martedì a venerdì 16-19, sabato e domenica 10-12.30 e 16-20; indicazioni valide per tutte le mostre esposte al Palazzo Marchesale).
Dove viene prodotto il nostro cibo? E come viene distribuito nel mondo? In “Food for Thought” – in mostra per la prima volta in Italia, sempre al Palazzo Marchesale di Matino – il fotografo e regista Kadir van Lohuizen segue l’intero processo in Kenya, Stati Uniti, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Cina e Paesi Bassi, suo Paese d’origine, e indaga sull’impatto che il nostro consumo alimentare ha sull’ambiente, sulla salute pubblica e sull’economia.
Il progetto di Seif Kousmate, Waha واحة, (oasi in italiano; in collaborazione con ArtWork, in mostra per la prima volta in Italia nel Chiostro dell’Antico Seminario di Lecce, tutti i giorni dalle 9 alle 21), artista visivo cresciuto nel Sud del Marocco, ha inteso approfondire la conoscenza della vita intorno alle oasi grazie a una ricerca finalizzata a comprendere il complesso rapporto tra l’uomo e il suo ambiente.
Ambiente che nel Centro America è sottoposto all’enorme pressione delle coltivazioni estensive dell’avocado. Il regista tedesco Axel Javier Sulzbacher è andato nella regione dei Michoacán in Messico (una delle principali aree di produzione) a documentare in “Green Shades” – in mostra per la prima volta in Italia, sempre a Palazzo Del Tufo a Matino – non solo la devastazione delle foreste, ma anche le infiltrazioni dei cartelli della droga nel business dell’ “oro verde”.
Coltivazioni tropicali che stanno crescendo rapidamente anche in Sicilia, conseguenza del cambiamento climatico: uno dei temi protagonisti di “Tropicalia” (in collaborazione con Cantina San Donaci e Masseria Le Stanzíe), progetto del duo fotografico Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni che è stato esposto a Milano in occasione della mostra collettiva itinerante “Sony World Photography Awards 2024” (Masseria Le Stanzíe a Supersano, visitabile senza orario).
La produzione del cibo e le sue conseguenze sul clima vengono affrontate da Carolina Arantes in “Holy Cow” (a cura di Lars Lindemann, prima volta in Italia, Palazzo Marchesale Del Tufo a Matino): come viene ottenuta la carne che mangiamo, da chi e con quale impatto sull’ambiente circostante: ad esempio quello del Brasile, che produce una bistecca su quattro.
Il rapporto tra essere umano e natura è al centro anche del progetto in mostra per la prima volta in Italia nella Macelleria Ex Nau a Matino, “Mijn Duifje (my dove / my lovely) – A pact between a man and a bakery” di Nynke Brandsma, fotografa e artista visiva olandese: storie metropolitane nascoste, racconti di cibo, amore di una persona per un volatile.
In mostra per la prima volta in Europa e in Italia, a Palazzo Scarciglia (Lecce, tutti i giorni dalle 10 alle 16), anche “Merci pour ton agréable visite, les jolies fleurs et les délicieuses fraises” (“Grazie per la piacevole visita, per i bei fiori e per le deliziose fragole che mi hai fatto assaggiare,” a cura di Veronica Nicolardi & Edda Fahrenhorst, in collaborazione con ArtWork), di Sarah Boutin: il frutto poetico di un lavoro all’interno del convento delle Suore della Carità del Québec dove l’artista ha avuto occasione di conoscere una suora novantenne amica d’infanzia della nonna scomparsa.
Storie che celebrano la resistenza indigena alla devastazione dell’ecosistema, come “The Forest Knows” (con il contributo di Comune di Racale e in collaborazione con OTM Company, realizzato grazie a Fondazione Guglielmo Giordano e Aboca): la vicenda del popolo Asháninka narrata attraverso gli scatti di Nicoló Lanfranchi, esposti nella Chiesa di Santa Maria La Nova a Racale (da martedì a venerdì dalle 16 alle 19; sabato e domenica 10-12.30 e 16-20, lunedì chiuso): ovvero, milioni di alberi piantati dai fondatori del villaggio che hanno permesso di trasformare terre devastate in una rigogliosa foresta ricca di cibo, frutta e piante medicinali.
Ancora al Palazzo Marchesale Del Tufo a Matino si potrà ammirare il lavoro di Florian W. Müller che presenta “CŪ” (Sponsored by Chromaluxe and New Lab Photo), dove diversi organi e singole parti di un animale vengono artisticamente innalzate su un piedistallo e possono entrare in dialogo con lo spettatore; progetto fotografico realizzato in esclusiva per Yeast International Photo Festival e quindi anteprima assoluta.
L’impatto della crisi climatica sui vigneti di Château Palmer, in Francia, è lo sfondo da cui prende le mosse Henrike Stahl con “L’Arc Sera Parmi Les Nuages” (“L’arco sarà tra le nuvole”, a cura di Inas Fayed), in mostra per la prima volta in Italia all’interno dell’ex Oleificio Barone a Matino. La fotografa tedesca si è ispirata ai metodi produttivi naturali utilizzati dall’azienda: ad esempio, ha immerso le stampe nel vino o nell’acqua del vicino fiume Garonna, da conservare poi in una bottiglia di vino da riporre in cantina.
“Feast no more”. Ipertrofia alimentare nella collezione di fotografia vernacolare di Jean-Marie Donat (a cura di Krzysztof Candrowicz, esposto a Palazzo Marchesale del Tufo a Matino), con una selezione di immagini realizzata in esclusiva per Yeast Photo Festival: mucche sorridenti e galline divertite ritratte su manifesti pubblicitari che dissimulano una visione critica profonda dell’industria alimentare.
Kateřina Sýsová propone invece “Kukbuk” (in collaborazione con Centro Ceco di Roma, Comune di Castrignano de’ Greci e Kora – Centro del Contemporaneo e il supporto di ECOSERVIS), guida visiva alla cultura culinaria ceca. Sketch visivi, in prima italiana, che esplorano le usanze e le convenzioni tipiche della ristorazione ceca, sollevando riflessioni (lunedì chiuso, martedì e mercoledì 10-18, giovedì e venerdì 10-20, sabato e domenica 18-22).
La salentina Alessia Rollo con “Don’t Play With Food”, esposto in outdoor a Matino (progetto commissionato da Yeast Photo Festival e quindi anteprima assoluta), esplora le diverse relazioni che il cibo può attivare, ma pure le abitudini culturali e sociali e le questioni ambientali che passano attraverso il cibo.
Tra i progetti da segnalare, ancora, “Welcome to Yesterday”, prima personale in Italia del fotografo Alexander Yegorov, vincitore del Premio IRINOX SAVE THE FOOD, in collaborazione con MIA Photo Fair e Irinox: elaborazione poetica e visiva sulla tradizione di riunirsi per gustare il cibo, nella quale non c’è posto per i conflitti.